Il tocco musicale
Un tempo Steve Jobs dichiarò che Apple si trovava all’intersezione tra la tecnologia e le arti liberali e una eco di questa affermazione si può vedere nelle novità che sono Apple Music e Apple News: servizi curati da umani.
Un tempo Steve Jobs dichiarò che Apple si trovava all’intersezione tra la tecnologia e le arti liberali e una eco di questa affermazione si può vedere nelle novità che sono Apple Music e Apple News: servizi curati da umani.
Le ragioni per cui ci si innamora, è raro che siano sofisticate. Certe volte uno neanche sa il perché e basta.
Era rimasta una questione aperta legata all’utilizzo di formati il più possibile testuali, liberi e magari pure semplici.
Rinvio il post previsto per oggi perché mi ha scritto Vittorio in tema di accessibilità.
Ogni tanto su Slashdot viene posta una domanda invece che data una notizia. Qualche tempo fa la domanda era questa.
Per una volta mi sono lasciato andare alla curiosità tardigrada verso le app premiate da Apple per il design durante il Wwdc 2015.
Si parlava di accessibilità con la notizia del premio assegnato dalla American Foundation for the Blind ad Apple per Voiceover.
La American Foundation for the Blind ha appena omaggiato Apple del premio Helen Keller per il 2015 assieme all’attore Charlie Cox (interpretazione di un supereroe cieco), al musicista non vedente Ward Marston e all’azienda Vanda Pharmaceuticals.
Electronic Frontier Foundation, cane da guardia come mai ce ne sono stati a sorveglianza della privacy delle persone su Internet, ha dato i voti per il 2015 alle aziende di tecnologia digitale per come tutelano la confidenzialità dei dati e difendono il diritto individuale alla riservatezza. Di ventiquattro aziende, hanno preso il massimo dei voti – cinque su cinque – Adobe, Apple, Credo Mobile, Dropbox, Sonic.net, Wikimedia, Wordpress e Yahoo. Google è a tre sue cinque, Microsoft a tre su cinque.
Internet sta distruggendo l’editoria come la conosciamo, con un piccolo effetto collaterale positivo: uomini come Jim Dalrymple ora si autoproducono e sono più liberi di scrivere esattamente ciò che pensano, come nel caso della sua recensione più personale di sempre. Il punto non è la distruzione dell’editoria e neanche tanto la recensione di Dalrymple, di cui però vale la pena leggere qualche estratto. Parlo di Apple da oltre vent’anni e nessun altro prodotto ha avuto altrettanto impatto sulla mia vita.