Zagabria è città placida e moderatamente tranquilla. Il traffico delle ore di punta è pesante; per il resto l’atmosfera è rilassata e la zona pedonale del centro è costellata da grandi pub all’aperto che già alle cinque del venerdì raccolgono grandi folle. In una piazza si esibivano sempre all’aperto le bambine di una scuola di danza moderna.
Dimostrazione: un attimo dopo essermi seduto sul volo per Monaco e un attimo prima di entrare in modalità solo aereo, su watch è apparso un messaggio: la app di Lufthansa, onore al merito, mi ha notificato il gate della coincidenza che a Monaco mi aspetta.
Apple avrebbe venduto nel primo anno di watch
un numero doppio di unità rispetto al primo anno di iPhone, dodici milioni contro sei.
A seguito dell’articolo di ieri sulle
qualità del colore come viene amministrato dai nuovi iPad Pro, Fëarandil ha formulato un commento molto interessante che mi permetto di citare.
Già che ieri puntavo a un
articolo interessante per i suoi grafici, oggi concedo il bis dopo avere letto
Guardare al futuro sul blog di The Iconfactory.
Da dopodomani sera inizieranno le profezie lugubri sul futuro di Apple per il fatto che per la prima volta si noterà un declino anno su anno delle vendite di iPhone.
Posso essere fuori dal mondo, vivere in una bolla, ignorare la realtà. Accetto qualsiasi critica.
Bellissimo
articolo di Jean-Louis Gassée sulle tre epoche di Apple, in occasione dei già menzionati quarant’anni dell’azienda.
Apple 1.0 fu un periodo turbolento: l’ascesa di Apple ][ la sconfitta contro Ibm e Microsoft; speranze e dolori con Macintosh; Jobs messo alla porta, con una successione di amministratori delegati “professionali” e finanze in progressivo deterioramento.
Apple 2.0 iniziò a fine 1996, quando Jobs portò a termine quella che si rivelò una acquisizione inversa di Apple. Dobbiamo molta gratitudine all’allora amministratore delegato Gil Amelio che senza saperlo salvò l’azienda con l’assuzione di Steve per “consigliarlo”. Il consiglio di Jobs? Mostrare ad Amelio l’uscita e insediarsi come Ceo “ad interim”. Jobs stipulò un patto storico con Bill Gates che gli diede il tempo per lasciare che la sua squadra di ingegneri di NeXT ricostruisse completamente Mac OS su moderne fondamenta Unix. Steve scovò anche in azienda Jony Ive cui dobbiamo gli iMac colorati, i primi di una serie di design ammirevoli.
Si è detto che Apple è una religione. Mentre intorno ci sono persone razionali e obiettive. Con le loro reti Wi-Fi.
Casa mia è, informaticamente parlando, vecchia. Alla faccia degli
analfabeti funzionali che hanno abusato del
rapporto ambientale Apple per scongelare l’ancora più vecchia bufala dell’obsolescenza programmata. Gente che sa riciclare solo i clic.