Apple continua a deludere le aspettative dei professionisti.
L’immagine seguente arriva (con mia gratitudine) da Lorenzo. Pure il testo:
Centro Diagnostico Italiano, sede di piazza Gae Aulenti a Milano. Dermatoscopio di fabbricazione tedesca collegato a iPhone 6 per analisi dei nei. Usa la fotocamera collegato ad apposita app…
Un’occhiata alla
pagina del Centro dà un’impressione pochissimo dilettantistica. Peccato per questa imperfezione di Apple, che continua a trascurare il comparto di chi il computer lo usa per fare cose serie.
Sempre parlando di
Bancomat e affini, al casello la mia tesserina elettronica non viene letta. Il giorno dopo verificherò che funziona da McDonald’s, al bar, in un negozio di scarpe per bambini, in gelateria e alla stazione di servizio, mentre non funziona in altri due caselli della stessa barriera, ma sono cose che succedono e il pedaggio poi è di soli 1,90 euro. La macchina genera l’attestato di transito con mancato pagamento e procedo tranquillo.
Solo per dire che un oggetto moderno ha sistemi di riavvio automatico e autodiagnostica, che gli consentono di riprendersi autonomamente dalla maggioranza delle situazioni di errore.
Dovrebbe avere.

Sono costretto a perderla e scrivo nella speranza di evitare il rimpianto ad altri, questa notte di
Invasioni Digitali all’All About Apple Museum di Savona.
C’è la
app ufficiale, nascono iniziative da non perdere, come questa o il recente
concerto di Mauro Sabbione: il progetto sta finalmente dispiegandosi appieno. Merita di essere sostenuto e appoggiato in tutti i modi. C’è perfino il
cinque per mille.
Non molto tempo fa ho stilato un post lunghetto per spiegare
la mia posizione molto, molto ambivalente verso Wikipedia.
Senza automazione dei compiti base, l’ho già detto, non c’è vantaggio competitivo. Senza automazione di quelli evoluti, non c’è profitto vero.
Segno dei tempi (per rendere omaggio a Prince, diciamo Sign O’ the Times). The Kernel ha pubblicato un articolo proprio bello su
un Mac Plus collegato, per sfida, alla Internet di oggi.
Ringrazio Matteo che mi segnala questa tristezza da La Stampa.
Da iPad apro con Pages un documento presente su iCloud e condiviso con un amico. Applico il tracciamento delle modifiche, così che l’amico possa verificare più tardi il complesso delle variazioni che ho inserito.
Solo che l’amico non riesce ad accedere: il suo Pages gli spiega che prima devo spegnere io il tracking, altrimenti può solo guardare il documento senza modificarlo.
Spengo il tracking, per sentirmi dire che devo approvare o rigettare in blocco tutte le modifiche. In qualsiasi caso, la mossa nega tutti i benefici del tracking. E allora tanto valeva non averlo neanche.
Il notiziario Bbc a Zagabria mostra in sottopancia la notizia che Carl Icahn ha venduto le proprie azioni Apple. Ovviamente Bbc (ma anche il
Los Angeles Times) usa il verbo dumped, buttate, perché così la notizia sembra più drammatica.