Dieci anni esatti da quando Steve Jobs
estrasse il primo MacBook Air da una busta uso ufficio rimasta per tutto il keynote appoggiata su un tavolo senza che alcuno sospettasse. The world’s thinnest notebook, il portatile più sottile del mondo.
Il 2017 di
LibreItalia è stato segnato da una raffica di successi, iniziative e sostegno reale alla causa del software libero.
Ho avuto una interessante conversazione con
Stefano Paganini a proposito dell’obbligo di installazione di antivirus sui sistemi informatici che amministrano dati personali (ovvero tutti) in ambiti vari come il giornalismo, la ricerca scientifica, l’azienda eccetera. Il tema era Su Mac, dove un antivirus è sostanzialmente inutile, che si fa?
Mario ha scritto una
bella storia su come vive personalmente l’obsolescenza programmata del suo iPad.
Il
post sull’anniversario di Safari ha suscitato vari commenti, compresi quelli di mkdir a proposito dei quali intendo chiarire il mio pensiero.
Horace Dediu riassume lo
stato dell’economia di iOS.
Immagini gentilmente e deliziosamente fornite da Claudio che così chiosa:
Pitti Uomo - Stazione Leopolda - Firenze, allestimento sfilata Woolmark
Tanto per inquadrare l’ambiente…
Tre Mac su tre portatili non è male.
Ripenso ai moduli anagrafici
bovinamente compilati a mano in stampatello con penna biro al momento dell’allargamento della famiglia, quando inquadro con iPad un codice numerico di trenta cifre e lui automaticamente lo legge dando corso alla pratica.
Proprio un oggi di quindici anni fa nasceva Safari. L’età in cui si scoprono il mondo e anche la voglia di cambiarlo, nella quale le posizioni costituite e il si è sempre fatto così appaiono insopportabilmente datati.
Safari è un adolescente che i suoi sogni li ha realizzati. Ha demolito lo stato delle cose precedente e dato vita a una epoca di apertura e progresso continuo. Qualsiasi modifica viene apportata a Safari non deve compromettere la velocità di base del motore; che differenza da prima, quando le modifiche servivano a emarginare i browser diversi da quello orwelliano.
Su Fortune appare una analisi quasi enciclopedica dello stato della nazione Apple relativamente al design.
Mentre l’inizio è di quelli apocalittici, sempre in bilico su un possibile disastro imminente che poi non arriva, lo svolgimento è molto più interessante, con una vera disamina di come stiano andando le cose e di come andassero prima.
La grande verità che emerge è Apple rarely gets it right first, raramente ci azzecca al primo colpo.