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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

13 gen 2019

La scoperta della semplicità

Con buona pace dei darwinisti fuori epoca, il valore di una piattaforma continua a essere quello che semplifica più di quello che consente.

A dimostrazione il post di Zoë Smith, una cosa talmente corta e sintetica che spiace citarla; ne dai via metà. Eppure è un diamante perfetto.

[Mio marito Fabio] è appena passato a Mac da Windows. È stato deliziato da così tante possibilità che io do per scontate.

L’elenco lo lascio al curioso. La parte importante è il commento. Il grassetto è mio.

12 gen 2019

Stomaci di stato

Tra fine anno e inizio anno le congiunzioni astrali hanno fatto sì che mi occupassi simultaneamente di rinnovo patente, rinnovo passaporto e fatturazione elettronica.

I pregi dell’Italia e degli italiani si notano in molte situazioni diverse. Per vedere il peggio dell’Italia e degli italiani, basta e avanza la burocrazia.

Le procedure a spirale, i controsensi, i paradossi, il lessico, il tempo bloccato e la voglia tignosa di complicare e prevaricare senza mai pagare pegno. La ricerca dell’incomprensibilità e dell’inefficienza come strumento di conservazione del potere. Lo stesso potere che hanno il tarlo sul mobile, la muffa nell’angolo, il frutto che marcisce per primo nella cesta.

11 gen 2019

Prima dovere poi piacere

Spider-Mac ha replicato al mio commento del suo editoriale sul ribasso delle previsioni di fatturato di Apple.

Sarebbe facile controreplicare, perché la risposta è piena di parecchi spunti gustosi, ma appunto; troppo facile.

Invece ne ho approfittato per leggere un po’ di commenti.

Uno specchio fedele della Rete di oggi, polarizzato, basato sulle simpatie e sul partito preso, dove la razionalità è un optional e prevale la reazione istintiva. Con eccezioni, naturalmente.

Avevo accennato alla presenza di pubblicità sul sito ed è sintomatica l’obiezione: un’elencazione del numero di banner presenti nella home o nella pagina dell’articolo, con l’invito a riflettere se siano pochi o tanti.

10 gen 2019

Spreco e fastidio

Ho già parlato dell’assurdità di tanti codici numerici e alfanumerici inutilmente obesi rispetto al compito che devono sopportare, con spreco immane di banda, tempo macchina, archivi e pazienza di chi li deve subire.

Concludevo che i codici bisognerebbe lasciarli generare e maneggiare al computer, che con la complessità non ha problemi. E riportare la semplicità e la mnemonicità agli umani, che lavorano meglio e più contenti.

Ne ho avuto la riprova in una recente sosta a McDonald’s. Gli scontrini adesso portano un identificatore unico; quello del mio snack, salvo errori, è

9 gen 2019

Il costo della distribuzione

Molto rumore per Netflix che toglie dalla sua app l’interfaccia per abbonarsi tramite App Store, come ha già fatto su Google Play. Lasciando solo opzioni di abbonamento esterne ad App Store e Google Play, evita la trattenuta del quindici percento richiesta dal distributore, Apple o Google in questo caso.

(A differenza di quanto si può leggere pressoché ovunque, Netflix ha sempre pagato il quindici percento su App Store).

Il fenomeno è in crescita, con gesti eclatanti come quello di Epic Games che ha messo in vendita Fortnite per Android fuori da Google Play.

8 gen 2019

Una storia in sviluppo

Mi ha scritto (in quanto già cliente, non per altro; è una newsletter) Cortis Clark, autore di Crossword Forge, programma che avevo comprato a suo tempo per creare enigmistica su Mac.

Clark ha venduto Crossword Forge e altri programmi attraverso la sua società Sol Robots, che però ha dovuto lasciare nel 2011 per un calo delle vendite, accettando lavori presso Apple e Google allo scopo di mettere insieme pranzo e cena.

7 gen 2019

Un dopo Dropbox

Sono rimasto incuriosito da pCloud e ho provato a eseguire l’installazione completa. Ovviamente non manca l’opzione di invitare terzi a usare il servizio e, nel farlo, guadagnare gigabyte di archivio.

Non sono mai stato interessato a rastrellare gigabyte a qualsiasi prezzo né lo sono ora; sarebbe solo interessante, per curiosità e completezza, se uno di quanti leggono accettasse l’invito, con un clic sul link qui sopra.

Il tutto si inserisce in una riflessione che sto conducendo rispetto ai sistemi di archivio online che ho in uso. Attualmente faccio un grande uso di Dropbox e un modesto uso di iCloud Drive. Mi piacerebbe mollare il primo e adottare integralmente il secondo, solo che dovrei cambiare parte del software che uso ora su iOS e il gioco probabilmente non vale la candela.

6 gen 2019

La Befana vien di note

Tutte le feste si porta via, tranne GarageBand, che è cresciuto fino a essere un piacere per chiunque si diletti nella musica e oggi compie quindici anni.

Lo segnala MacRumors, che aggiunge una suggestiva timeline delle evoluzioni principali del programma nel tempo.

Le mie doti di musicista sono scarsissime e GarageBand, quelle rare volte che ho tentato, mi ha sempre aiutato in modo semplice, intuitivo ed efficace, su qualsiasi apparecchio.

Non mi aspetto aggiornamenti nella calza, visto quello recente di novembre, ma un sacco di altre soddisfazioni per questo 2019 sì.

5 gen 2019

Anno nuovo, deficienti vecchi

Mi è capitato di leggere altre reazioni all’annuncio della revisione al ribasso del fatturato Apple e ognuno ha le sue opinioni, vanno rispettate.

Un conto però sono le opinioni e un conto la deficienza, intesa alla lettera come mancanza di.

Da anni evito accuratamente le coperture di Apple scritte in italiano e il deficiente che mi hanno sottoposto casualmente conferma la bontà dell’impostazione nel tempo.

Il suo pezzo evidenzia nella prima riga come, a memoria, l’avviso di revisione al ribasso del fatturato non abbia precedenti per Apple. Deficienza di memoria, ma forse più di uso di Google, perché chiunque potrebbe accorgersi che è successo nel 2002.

4 gen 2019

Prepararsi al dopo

Grande risalto all’ annuncio di Apple per cui le vendite di iPhone saranno ben sotto le previsioni originarie e posso capire che i miliardi di fatturato mancanti stimolino i polpastrelli. Eppure sembra che nessuno voglia veramente inquadrare la notizia nella sua giusta dimensione, men che meno Engadget quando titola Apple sa che l’epoca del cambio annuale di iPhone è finita.

Non è neanche mai iniziata. Lo scorso marzo Horace Dediu di Asymco aveva stimato la vita media di un apparecchio Apple in poco più di quattro anni, aggiungendo che due terzi di tutti gli apparecchi mai venduti da Apple erano in attività.