Ho sempre amato la realtà e le persone di All About Apple, solo che la paternità mi ha levato molte occasioni di essere a Savona. Così mi mancano, la realtà e le persone.
Sono quindi contentissimo di apprestarmi a raggiungere la sede del museo per la
serata che oggi dedica allo sbarco sulla Luna. Quando ci fu la diretta, ero un moccioso riottoso che rifiutò di andare a dormire per non perdere l’evento.
Mi arriva dalla newsletter mensile del grande fotografo
Austin Mann:
The bitterness of poor quality remains long after the sweetness of low price is forgotten."
L’amaro della scarsa qualità rimane per molto tempo dopo avere dimenticato il dolce del basso prezzo.
Neanche la verifico, è talmente bella che se non fosse di Franklin andrebbe comunque diffusa come invenzione di Mann stesso.
Il prezzo cosiddetto alto che paga chi compra Apple è dover sentire lo stridore di chi ha speso meno e non lo ammetterà mai, ma lo tradisce ogni giorno.
Per cambiare motore di ricerca preimpostato in Safari su iOS si va alla voce Safari nelle Impostazioni. Su Mac, nelle Prefernze di Safari. Vale sempre più la pena di togliere Google e mettere
DuckDuckGo.
DuckDuckGo migliora di giorno in giorno,
lavora con l’infrastruttura delle mappe di Apple e ha appena pubblicato un resoconto di come l’integrazione delle mappe in questione nel motore di ricerca
stia diventando sempre più raffinata.
Il punto è la privacy. A differenza delle altre grandi multinazionali tecnologiche, Apple non ha interesse a sorvegliare il nostro comportamento. E non lo fa, se non dove è strettamente indispensabile allo scopo di fornire un buon servizio.
Che cosa fai se la giornata ti sembra fiacca e la pagina del sito langue? Superi di slancio il blocco dello scrittore come ha fatto
MacRumors:
Il logo Apple iridato potrebbe tornare su alcuni prodotti già da quest’anno.
Forte, eh? Ma c’è dell’altro:
Per chiarezza, questo rumor potrebbe benissimo non essere vero.
E ora occorre tenersi forte perché arriva il colpo a sorpresa:
E perfino se fosse vero, i piani potrebbero certamente cambiare.
Ma che sorpresa! I nuovi MacBook Air, più economici,
montano dischi più lenti. Le unità Ssd da 256 gigabyte sono marginalmente più veloci nella scrittura dei dati rispetto a quelle del 2018 e, in compenso, perdono un terzo della velocità di lettura.
Non sono sicurissimo di avere letto valutazioni positive specifiche della velocità di scrittura dei dischi, quando sono usciti i MacBook Air 2018.
Ricordo invece almeno qualche confronto con l’inevitabile modello di Asus o Acer o Lenovo o la moda del momento, stessa capacità e ovviamente costo inferiore.
Mi scuso per avere una infrastruttura di blog che non regge a un blackout in casa mentre il titolare si trova in viaggio. Spero di trovare tempo nella pausa di agosto per migliorare la configurazione.
Nel frattempo non mi sono perso molto: Jonathan Ive si congeda da Apple, sono usciti nuovi Mac, è arrivato il nuovo BBEdit… diciamo che è bello vivere in tempi interessanti e mi metto a recuperare.
Google non è particolarmente interessata a vendere hardware, ma ne produce di discreta qualità per dare la linea ai produttori di apparecchi Android che così hanno davanti un riferimento indicativo.
Da ora ne produce un po’ meno, perché
ha abbandonato lo sviluppo di tavolette e si concentrerà unicamente su portatili e computer da tasca.
Sembra che l’unico oggetto di questo tipo che continua a funzionare presso il pubblico sia iPad. E non è colpa dell’oggetto né del pubblico, bensì del progresso. Anno dopo anno, Apple ha alzato sempre più l’asticella in fatto di funzioni e specifiche hardware e, per le aziende che improvvisano sul breve periodo, ingegnerizzate una cosa come l’attuale iPad Pro dev’essere una sfida problematica.
Ha
scritto John Gruber a proposito dell’ultima WWDC:
La mia analisi di alto livello è che questo è il primo anno nel quale sembra che Apple sia riuscita a spingere un passo avanti tutte le proprie piattaforme.
E poi
Above Avalon:
Apple ha saputo fare avanzare tutte le proprie categorie di prodotto nello stesso momento.
Come dire che se arriva qualcuno a commentare di Apple che pensa solo a iPhone e trascura Mac o amenità del genere, già è normalmente bizzarro, ma questo è proprio l’anno sbagliato.
Curiosa e mi scuso se vado un po’ fuori argomenti, la notizia che un consorzio di aziende
produrrà distributori di numeri casuali, ovvero impredicibili, da fornire a chiunque possa averne bisogno.
I numeri casuali sono importanti in numerosi comparti tecnologici, a partire da sicurezza e privacy, e sono materia incomprensibile per la persona comune, per cui è significativo che si muovano in tanti per un servizio del quale alla fine beneficiano solo specialisti.
Gli autori di un certo sito sono convinti che Google gli rubi testi di canzoni. Come incastrare però Big G, in una rete dove la violazione del copyright è più praticata della colazione del mattino?
Hanno avuto un’idea lunimosa e hanno iniziato a
alternare apostrofi tipografici con altri dritti, secondo uno schema che potesse servire come validazione dei risultati.
Effettivamente Google ha rubato quei testi ed è stata scoperta. Il tutto perché nella cultura aziendale è scarsissima l’attenzione alla tipografia e nessuno si è curato che gli apostrofi fossero corretti, prima d ripubblicare la refurtiva.