Nella casetta dei genitori al mare c’è un iMac G5, alias PowerMac8,2.
Passa buona parte dell’anno spento, con in testa un coprischermo, giusto per la polvere. La temperatura della casa scende a valori invernali e l’umidità regna sovrana.
Ogni tanto qualcuno arriva, lo accende, gli collega una chiavetta di connessione Internet e lui resta acceso giorno e notte. Il massimo di riposo è andare in stop quando si parte per una gita.
C’è stato un tempo in cui ho apprezzato Ragtime, uno di quei programmi di impaginazione tuttofare ideali per un volantino, un pieghevole, una pagina pubblicitaria, capaci di combinare testo ed elementi grafici con grande libertà ed efficacia. Che consentivano di essere creativi senza pensare allo strumento, semplicemente sfruttandone le possibilità.
Nel tempo le mie esigenze sono cambiate e Ragtime non è più stato una priorità. Però ho sempre seguito le loro newsletter, perché quando un prodotto ti lascia una impressione positiva, tendi a ricordartene.
Quando salto un giorno di blog vado a dormire di cattivo umore e questo dà la misura di come mi senta dopo due mesi di assenza. La parte positiva è che questo iato mi ha ridato l’idea del valore di quello che faccio (non fosse altro che a titolo personale) e chiarito che la voglia di proseguire è più viva che mai. Subito ringrazio chi mi ha chiesto notizie; ogni mail, ogni messaggio è stato un pungolo importante.
Amazon è un colosso globale, che sta arrivando a competere con Apple nella capitalizzazione.
Il suo amministratore delegato ha vietato l’uso di PowerPoint nelle riunioni interne. Le persone hanno mezz’ora per studiare sei fogli e poi fanno storytelling,
Sono parzialmente in disaccordo verso una misura così radicale contro le slide, che in varie circostanze sono effettivamente utili.
Se però limita lo strapotere omologatore di PowerPoint, ben venga. Apparentemente, Amazon funziona solo meglio, senza PowerPoint, ed è evidente che il punto-di-forza che dà il nome al programma sia una mera invenzione.
Sono passati dodici anni da quando Greenpeace lanciò la campagna Green My Apple che denunciava la presenza di agenti inquinanti in MacBook Pro.
Ne scrissi su Macworld Italia in questi termini. La vicenda, da un punto di vista di Rete, è invecchiata male perché molte pagine web al centro della questione non sono più raggiungibili. Inoltre, scrivendo per la carta, usai Url sintetici che, passati dieci anni, sono scaduti.
Mentre scrivo lavoro a un restauro dell’articolo che devo ancora terminare.
Tocca scaricare in urgenza una versione di Pages su iPhone ma App Store eroga via connessione cellulare solo oggetti che pesino meno di centocinquanta megabyte. L’unica alternativa è il McDonald’s qui davanti.
Il cui Wi-Fi, incredibilmente, eroga la metà di un gigabyte in tempo ragionevole, senza errori o interruzioni o intoppi vari.
O il servizio è decisamente migliorato, o facevo meglio a giocare due colonne di Superenalotto.
Si sarà capito che è un momento di molto impegno e poco tempo residuo. Se non altro posso applicare qualche espressione regolare. Niente di geniale, ma piccole cose che improvvisamente modificano qualcosa di altrettanto piccolo in cinquanta file e fanno percepire concretamente il risparmio di tempo. Una di queste, nella figura sottostante, trasforma in numero a inizio capoverso in un tag Html che si chiude pure da solo a fine capoverso.
Oggi Susan Kare riceve uno dei massimi riconoscimenti per un designer.
Kare disegnò le icone del primo Macintosh, su griglie di carta, anche se Andy Hertzfeld creò un editor apposta per lei quando iniziò a lavorare per Apple.
Oggi ha sessantaquattro anni ed è scontato dire che sia diventata un’icona di per sé. Meno scontata è la porzione del suo lavoro che si è eternata in miliardi, ho detto miliardi di computer, solo una piccola parte dei quali sono stati Macintosh ma che hanno semplicemente abbracciato quel modo di rappresentare funzioni e comandi.
Jonny Evans si chiede su Computerworld che destino avrà SuperDrive, visto che in macOS sono rimaste pochissime applicazioni a trentadue bit – destinate a sparire – e una di queste è Dvd Player.
A parte il fatto che suppongo sia sufficiente ricompilare la app per i sessantaquattro bit, la legge di Betteridge autorizza a pensare che SuperDrive resterà in vendita come accessorio e in qualche modo si procurerà di tenerlo funzionante.
In attesa dei risultati finanziari di Apple attesi per il primo maggio, una ricerca di Counterpoint asserisce, scrive Cnbc, che iPhone abbia assorbito l’ottantasei percento dei profitti dell’intero mercato dei computer da tasca durante il trimestre natalizio. Fino a qui siamo abituati.
Più originale è il risultato ottenuto dal solo iPhone X: ventuno percento del fatturato totale del mercato e il il trentacinque percento dei profitti sempre totali.
Sono numeri fuori da ogni consuetudine.