Caso vuole che sia entrato in iCloud via browser più o meno in coincidenza di tempi dichiarati. Così ci ho fatto attenzione, anche se poi il messaggio vorrebbe far pensare a un ingresso abusivo da parte di altri.
Di norma i phishing di questo genere sono molto più buzzurri. Questo è ragionevolmente pulito e in un attimo di distrazione potrebbe persino sembrare vero. Ovviamente, come si vede dal link in anteprima cortesia di Mail, vero non è.
Anzi… chiavetta.
Un indicatore su ventotto, uno su ventinove e chissà che cosa succede quando stabiliscono la fatturazione.
Banale errore di arrotondamento? Sì, ma può capitare che non siano errori banali.
Si saranno casualmente notate polemiche recenti relative all’immigrazione in Italia. Polemiche da cui mi terrò a distanza.
Tuttavia, gira da tempo un messaggio che fa notare come iPhone sia dovuto alla possibilità per un immigrato siriano di trovare asilo negli Stati Uniti e lì concepire Steve Jobs. Qui mi sento di intervenire proprio per il rispetto dovuto a persone che lasciano il proprio Paese alla ricerca di una vita migliore, insultate dall’autore di questo messaggio con la propria ignoranza.
L’articolo che segue è stato scritto per Macworld Italia a fine 2004. Lo ripropongo perché tornano periodicamente interpretazioni libere dell’investimento di Microsoft in Apple del 1997 e altre amenità.
Passare all’azione Attualità, passati, futuri e demistificazioni sulla misteriosa azienda AAPL
È passato il tempo in cui si facevano fruttare i risparmi investendoli i buoni del Tesoro. Ora a pagare è il rischio, e il rischio, recita la saggezza popolare del Bar Sport, significa investire in azioni.
Devo questo post a Sasha, che ringrazio di cuore. Cito subito 9to5Mac perché la sostanza è semplice:
Se pensavate che fosse fastidioso dover comprare adattatori per MacBook e MacBook Pro, rivolgete un pensiero ai proprietari di Surface Pro e Surface…
Microsoft infatti offre un’ottima scelta, per effettuare collegamenti Usb-C: un dongle, adattatore, che costa ottanta dollari.
Non solo: l’adattatore è grande quasi quanto l’alimentatore estero di Surface Pro.
Non bastasse… l’adattatore vuole un suo alimentatore.
Da tempo si respira, nella politica e nelle discussioni, un clima fastidioso. La dialettica si è estinta, riconoscere un centimetro di ragione all’avversario – ormai diventato nemico – sembra una concessione inaccettabile, avanziamo più che mai nella vita – cito Philip Roth – convinti che gli altri abbiano sempre torto e avendo sostituito il dialogo con l’urlo.
C’è bisogno di qualcosa in più per affrontare quello che abbiamo davanti.
Personalmente mi sono iscritto ai Copernicani, ma oggi volevo dire un’altra cosa che in verità ha detto Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, ai microfoni di Fortune, anticipato da MacRumors:
Sempre un po’ preoccupati per il futuro dell’automazione su Mac visto il pensionamento del mago Sal Soghoian, se non altro possiamo leggere incantati il resoconto di Federico Viticci sulle scorciatoie con Siri proprie del prossimo venturo iOS 12.
L’acquisto di Workflow da parte di Apple sta portando frutti per il meglio e la nuova app Shortcuts, scrive Ticci, è la automation powerhouse che si sperava nascesse proprio da quella acquisizione. Un lavoro che ottimisticamente non farà rimpiangere Workflow.
Durante il mio sabbatico semiinvolontario sono accadute diverse cose, tra le quali Wwdc (Apple è stata indelicata a riunire gli sviluppatori di tutto il mondo mentre avevo il blog fermo) e Dan Moren ha scritto su Macworld proprio un bel pezzo sulle mosse apparentemente controintuitive di Apple annunciate esattamente a Wwdc.
Vi si coglie, in poche righe, il meglio di Apple e il perché i critici non capiscono. E anche i difetti.
Apple ammette che i suoi computer non funzionano. Niente male come scoop, eh? È la traduzione di Casey Johnston della frase Apple ha avviato un programma di sostituzione gratuita delle tastiere a farfalla difettose su vari modelli di MacBook e MacBook Pro. Gli iMac, per dirne una, funzionano nonostante il titolone.
(L’effetto di sottolineatura dei link nell’articolo di Johnston è peraltro ben pensato. Detto a margine).
Se non funzionassero, tutti, ci sarebbe un programma di richiamo dei computer, non di sostituzione delle tastiere, effettuata la quale i computer insisterebbero nel non voler funzionare.
Dai backup è saltata fuori una vecchia copia di Super Daleks la quale peraltro, su High Sierra, è ingiocabile. Chi fosse pratico potrebbe lavorare nel codice sorgente, magari, essendo i difetti solamente grafici.
Ho provato a recuperare una copia del giochino adatta ai tempi moderni, senza successo. Ci sono diverse versioni di Daleks, però richiedono tutte l’emulazione. L’elenco più completo è quello di Mac GUI. Il premio per la migliore presentazione del programma va a Daleks Forever.