Pare che si stia vendendo un watch ogni secondo, in accordo alle stime – da prendere con pinze per il lavoro in fonderia – di Strategy Analytics.
watch coprirebbe la maggioranza assoluta del mercato, lasciando il secondo – Samsung – al tredici percento, poco più di un quarto rispetto al cinquantuno.
Cose che contano pochissimo o non contano. Sarebbe facile linkare gli scettici di qualche anno fa e metterli a confronto con una stima da tre milioni di unità vendute al mese.
Per chi ricordasse i tempi della festa di fine anno della scuola, con l’immancabile band di studenti che schitarrava su un palco improvvisato, i tempi sono un po’ cambiati.
Adesso, soprattutto se si studia a Huntington Beach, dalle parti di Los Angeles, l’idea è preparare uno show con cover e canzoni originali per un totale di trentasette pezzi, preparati e presentati dagli studenti che lavorano con qualità professionale a ogni dettaglio.
La lettura più sorprendente della settimana, anche se un po’ in ritardo, per me sarà questo articolo di Asymco sulla struttura del conto economico interna ad Apple.
Va letto tutto; il principio base è che ogni apparecchio in vendita vada visto come una attività commerciale a sé, con il suo costo e i suoi profitti.
In questa luce, il conto delle unità vendute perde importanza e le metriche portano alla luce situazioni interessanti, come il fatto che il business complessivo sia stato fondamentalmente costante nell’ultimo triennio.
Sono passati quasi due anni dal quarto di secolo e BBEdit se la cava alla grandissima.
Today is my 25th birthday! 🎂
— BBEdit (@bbedit) April 12, 2017 Infatti è appena uscito un aggiornamento superimportante che rende sandboxed il programma.
Tecnicamente, significa che BBEdit rispetta i requisiti di sicurezza sempre più stringenti imposti da Apple al software per Mac. Finora questo ha significato problemi vari, per esempio l’impossibilità di vendere su Mac App Store una versione di BBEdit equivalente a quella presente sul sito Bare Bones.
Stando a un articolo di Digiday UK, Apple News non funziona bene per gli editori che speravano in ricavi interessanti.
Conforta sapere che Apple News ha risultati deludenti per una serie di ottime ragioni. Prima di tutto agli inserzionisti è vietato l’uso di dati o indirizzi IP acquisiti da terze parti; in altre parole, la privacy del lettore è tutelata. Secondo, è vietata anche la pubblicità programmatica, controllata da automatismi e algoritmi.
Ora di farla finita con questa ossessione di Apple e dei suoi fanatici per apparecchi sempre più sottili. L’annuncio di Mate X Huawei permette finalmente di sognare una mattonella spessa 1,1 centimetri nel punto più ingombrante.
E il continuo aumento dei prezzi, questi aggeggi che costano oltre i mille euro, cifra assurda per quello che alla fine è un telefono e deve telefonare? Basta, il problema va eliminato alla radice. Samsung non ci è riuscita, con il suo annuncio da quattro soldi, neanche duemila dollari.
Durante un viaggio di una settimana, Jason Snell di Six Colors ha ritenuto di continuare la propria attività di podcaster e lo ha fatto con iPad Pro.
Non è un fanatico, né voleva risparmiare, né voleva affermare un principio: semplicemente preferiva non portarsi dietro il Mac normalmente dedicato a questo compito.
Quando si discute della sostituibilità di Mac con iPad, è questo il punto, non quello che si fa qualsiasi cosa si possa fare, non se sia un computer, né altro: è la convenienza strettamente personale di una scelta rispetto a un’altra, magari anche solo per una settimana.
A fine aprile esce un computer da tasca Samsung dal prezzo annunciato di millenovecentoottanta dollari.
Ricordo i decerebrati che, di fronte a iPhone X oltre i mille dollari, scrivevano fatevi un viaggio. Tutta gente per cui Android faceva le stesse cose, o meglio, a meno. Sono curioso di vedere che cosa scriveranno ora.
E parliamo dei geni di Microsoft, pronti a concepire il progetto Courier e poi a seppellirlo una volta rivelatisi incapaci di farne un prodotto reale, intanto che iPad si prendeva tutto il mercato.
Sono a scrivere in parte con Editorial, non aggiornato da tempo, solo che ha lo scripting Python incorporato e questo lo rende eternamente giovane o quasi; se non fa una cosa che ti serve, puoi provarci tu.
Davo un’occhiata a Drafts del quale non mi convince la formula ad abbonamento per fare le cose veramente serie. Le cose serie però sono notevoli e comprendono lo sviluppo delle azioni per automatizzare comportamenti del programma.
La musica è diventata digitale e per forza di cose nasce una nicchia di adepti del vinile, se non delle audiocassette.
I libri si digitalizzano e va da sé che si aprano spazi diversi, nuovi, per leggere sulla carta.
La fotografia, vogliamo parlarne? Evidente che ci sia spazio per nuove Polaroid, divertimento di pochi per pochi, non per snobismo né per distinguersi, semplicemente perché si è creato lo spazio per qualunque uso.