Non potevo seguire la diretta e scrivo mentre deve ancora rendersi disponibile la
differita. Però ho letto più che potevo e un mio conoscente ha scritto Best.WWDC.Ever. Devo ancora capire se sia vero; l’impressione è che molti annunci siano arrivati nel modo giusto al momento giusto.
In attesa di addentrarmi nei dettagli e sapere che cosa viene detto in questi giorni, mi piace un mondo l’esistenza di iPad OS; a ogni apparecchio il suo sistema operativo, fatto su misura. Distillato di filosofia Apple.
Mancano pochissime ore a
WWDC e mi aspetto
da tempo cose interessanti sul fronte dell’automazione personale.
Campo dove, più leggi più ti si aprono davanti orizzonti sconfinati. Il bello è che una ricetta non esiste; forse proprio la parte più difficile è scegliere un percorso, tra i tanti possibili, il che implica l’abbandono di tante alternative che ogni giorno, una per volta, improvvisamente si rifanno vive e promettenti più di prima.
Ci ho pensato mettendo a confronto Dr. Drang e Dave Winer. Il primo racconta di come
usa LaTex per realizzare relazioni da presentare in azienda, documenti il cui primo requisito tecnico è la possibilità di lavorarci da iPad o da Mac, indifferentemente, dipende dal mezzo che ha davanti.
Meglio abituarsi a un momento di consolidamento invece che di crescita impetuosa e sorprendente, cui la tecnologia ci ha abituato fin troppo bene per molti anni.
Almeno, se fosse vero che
sparisce iTunes, come si vocifera. Ammesso e non concesso, la vita dopo iTunes sarà probabilmente più semplice. La perdita della familiarità con l’oggetto la sentiremo però tutti.
Mica è finita: da luglio
ci dimenticheremo di Torna al mio Mac, che smetterà di funzionare. Personalmente me ne ero dimenticato già da un bel pezzo, ma non si può mai dire.
Citare John Gruber è vincere facile e cerco di starne lontano il più possibile, però
eccezioni come questa sono doverose:
Wwdc by Sundell, sito messo in piedi da uno sviluppatore per dare modo di seguire WWDC nel modo più completo possibile, da tutto il mondo, anche a chi non ha le risorse o il tempo o il biglietto in mano per seguire i lavori che iniziano dopodomani.
Il sito è una bellezza, già pieno di cose interessanti, semplice, pulito. veloce, una bellezza.
Uno può divertirsi a pensare, chiaramente per assurdo, che ci sia un collegamento diretto tra i messaggi di Microsoft riguardanti un
nuovo sistema operativo moderno, con aggiornamenti costanti e pressoché invisibili che avvengono in background, e la decisione del governo sudcoreano – nazione tecnologicamente avanzata – di
abbandonare Windows a favore di software open source.
La domanda, nel caso, sarebbe quale dei due eventi ha causato l’altro.
Sarebbe certo più appassionante vedere una Next Big Thing ogni anno, ma l’amara verità è che non è (più) possibile. Spazi per rivolgimenti tecnologici profondi ne sono rimasti pochi o nessuno e c’è ampia possibilità di miglioramenti incrementali, mentre per cambiamenti radicali bisogna aspettare qualcosa, che sia il quantum computing o la connessione diretta con il cervello O che ne so.
È per questo che Asus, per dire, propone un
portatile dotato di due schermi, dall’ergonomia assai dubbia. È come pensare di voler allevare un criceto con due teste, oltre la baracconata c’è poco.
Degli oltre trecento spot girati per la serie
I’m a Mac, solo sessantasei sono andati in onda. E alcuni
furono rifiutati da Jobs perché erano perfino troppo divertenti, con il rischio di distrarre il pubblico dall’argomento centrale, che era la superiorità di Mac.
Quanti si sono alterati perché sentivano presa in giro la loro scelta di acquisto, oggi possono tranquillizzarsi: le prese in giro vere non le hanno mai viste.
È altresì istruttivo prendere nota che per Steve Jobs, in fase di design, erano più importanti i no che i sì. Scelta cui è stato fedele persino al momento di approvare le pubblicità.
Il tempo vola e non mi rendo conto di quanto sia imminente
Wwdc. Me lo ricorda bene Jason Snell, con un
pezzo stranamente utile da leggere. Di solito gli articoli di anticipazione sulla Wwdc contengono chiacchiere liquide e nulla più.
Anche se non avesse
letto Steve Troughton-Smith, Snell la saprebbe lunga già da solo, per capire come inevitabilmente questa sarà una annata storica, in cui comincia l’unificazione di Mac e iOS come piattaforme applicative… ma non come sistemi operativi, la scommessa che hanno fatto da anni quelli che la fanno facile e perdono regolarmente, essendo la materia complicata.
Il
comunicato di annuncio della nuova versione di MacBook Pro con processore a otto nuclei di elaborazione trasuda soddisfazione. Questi sono gli esempi di aumento delle prestazioni:
- I produttori di musica possono riprodurre in Logic Pro X progetti multitraccia massicci con un numero di plugin Alchemy fino al doppio di quello precedente [MacBook Pro 15” con processore a quattro nuclei].
- I progettisti 3D possono renderizzare scenari in Maya Arnold fino a due volte più velocemente.
- I fotografi possono applicare in Photoshop filtri e modifiche complessa fino al settantacinque percento più velocemente.
- Gli sviluppatori possono compilare codice in Xcode fino al sessantacinque percento più velocemente.
- Scienziati e ricercatori possono computare in TetrUSS simulazioni complesse di dinamica dei fluidi fino al cinquanta percento più velocemente.
- I montaggisti possono lavorare in Final Cut Pro X con undici flussi di video 4K multicam simultanei.
Mica male, vero? Viene l’acquolina. Leggiamo il non scritto.
Apprendo da kOoLiNuS della fine di Tevac; per i nuovi del posto, è stato un sito Mac molto frequentato e animato quando andavano di moda i siti Mac.
C’era molta competenza e c’era anche molta passione. Disgraziatamente abbondava l’idea che chiunque potesse scrivere di qualsiasi cosa e ci si attaccava eccessivamente ai rumors, le scemate sparate a caso dai siti americani che non sapevano niente delle uscite di Apple e inventavano o distorcevano per guadagnare traffico.