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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

10 feb 2020

Il guasto per la provocazione

Cory Doctorow è sempre stato provocatorio e la provocazione è un atteggiamento apprezzabile e raro in quest’epoca di pensiero obbligato e moralismo coatto.

La provocazione deve però essere centrata e credo che Doctorow abbia sbagliato a riproporre oggi il pezzo che dieci anni fa scrisse sull’arrivo di iPad. Per lui Ipad.

Che cosa scrisse dieci anni fa, sotto il titolo Perché non comprerò un iPad (e penso che neanche tu dovresti)?

9 feb 2020

Salute e ricchezze

Sulle tasse internazionali o sulle condotte monopoliste sono state tutto sommato scaramucce. Sui dati sanitari se ne vedranno invece delle belle.

Inizia già a succedere; la più grande azienda americana nel settore ha preso rumorosamente posizione contro nuove regole proposte dal Ministero Usa della salute che vorrebbero facilitare la condivisione tra enti, sistemi e apparecchi dei dati sanitari degli individui.

Ci sono certo numerosi rischi; in questo momento il mondo delle reti informatiche è una giungla dove chiunque cerca di profilare ogni navigatore e per farlo accaparra tutti i dati che può, senza alcun rispetto per la privacy e per la legge. Esempio recente, la scoperta che le tavolette grafiche Wacom tengono traccia dei nomi delle app che apriamo.

8 feb 2020

Innovazione è

Ventitré anni fa Steve Jobs cominciava il suo primo giorno di lavoro in Apple dopo essere stato acquisito assieme alla sua NeXT.

Un’azienda allo sbando ne acquisiva una di sostanziale insuccesso, per quattro soldi (quattrocento milioni sono nulla rispetto, per esempio, alla acquisizione plurimiliardaria del business cellulare Nokia da parte di Microsoft), capitanata da un manager ai tempi cacciato dall’amministratore delegato che egli stesso aveva convinto personalmente a occuparsi di Apple.

7 feb 2020

Raddoppia e lascia

Su Tiobe, uno dei più seguiti indici di popolarità dei linguaggi di programmazione, si è appena assistito a uno storico passaggio di consegne: Swift è salito dal ventesimo al decimo posto in classifica mentre Objective-C scendeva, per coincidenza altamente simbolica, dal decimo al ventesimo.

Dopo che cinque anni Apple ha annunciato Swift come successore di Objective-C, la popolarità del secondo è immediatamente crollata (era terzo), ma il primo ha semplicemente cominciato una lenta ascesa, da molto in basso.

5 feb 2020

Realtà e fiction

Dopo tanti anni e dopo tante sciocchezze lette rispetto ai prodotti di Apple, ora tocca leggere sciocchezze riguardo alle serie TV di Apple. Segno dei tempi e immagino quanti si lamentavano per come i Mac venivano trascurati, perché Apple pensa solo a iPhone

Non è sfuggita a John Gruber l’accoppiata New York Post più Wall Street Journal.

Secondo il primo, Tim Cook scriveva annotazioni sui copioni, dirette presumibilmente a registi e produttori. La più comune sarebbe stata non essere così crudo (Don’t be so mean).

4 feb 2020

Imprese sempre più impossibili

Avevamo già parlato di quella oscura e insignificante azienda di nome Sap che si ostina a usare Mac contro ogni logica aziendale, del secolo scorso eh, ma pur sempre logica.

C’è un aggiornamento, a firma Martin Lang, figura di mezza tacca come può esserlo un Vice President Enterprise Mobility:

3 feb 2020

Pubblico e privato

Il rituale della visione in diretta del Super Bowl LIV è stato molto più semplice da realizzare e più godibile nella fruizione rispetto agli anni passati.

Per questo 2020 i canali italiani erano più che adeguati, tra Dazn e Mediaset, ma volevo avere il commento originale e anche le pubblicità. Il linguaggio commerciale del Super Bowl è caratteristico e merita almeno la possibilità di un’occhiata; la sua mancanza costituisce la lacuna principale di qualunque diretta italiana.

2 feb 2020

Legati ambiguamente

Rimango favorevole ai font monospaziati per la programmazione che applicano le legature al codice per renderlo più leggibile.

Registro però l’opposizione di pesi massimi della tipografia come Matthew Butterick.

L’obiezione è doppia. La prima parte è quella dove l’aspetto del codice dovuto al nuovo font può indurre in inganno un altro che legga, se un simbolo – per via di una variazione tipografica – può sembrarne un altro.

Qui è più che altro questione di gusti, credo. Il caso riguarda un altro programmatore che guardi quel codice sul mio computer senza porsi il problema del font. Direi che è una situazione molto particolare e un po’ cavillosa.

1 feb 2020

Stato, Chiesa e aggiornamenti

In questi giorni mi sono misurato con una certa intensità verso due macchine burocratiche: quella statale e quella ecclesiastica.

A parte qualsiasi altra considerazione, semplicemente sul confronto tra due macchine burocratiche, quella ecclesiastica surclassa l’altra a mani bassissime per esperienza utente, tempi e soddisfazione del cliente.

La ciliegina sulla torta, per modo di dire, è quando entro in municipio e il totem che distribuisce i numerini è bloccato.

C’è una piccola umanità che si raduna attorno alla macchina, borbottano, confabulano, sembra che nessuno sappia realmente che cosa fare. Meglio, che nessuno abbia voglia di farlo. Ogni tanto qualcuno tocca il pulsante per verificare se il totem, metti mai, si sia sbloccato da solo. Dietro una porta una voce urla piantatela di premere il pulsante, non vedete che non funziona? Qui siamo pieni di numeri e non si capisce più niente.