Poco tempo a disposizione, gli appunti che – quasi per riflesso – avevo scritto in 
Markdown.
Finita la relazione, ho (finalmente!) installato 
Pandoc via 
Homebrew. Un breve istante di perplessità, in quanto Pandoc segnalava l’assenza di 
pdflatex. Ma su 
Superuser ho trovato in pochi secondi le risposte che cercavo.
Ho installato anche pdflatex da Homebrew e, importante, ho lanciato una nuova sessione di Terminale, da una nuova finestra.
Quasi come per magia avevo, con pochi comandi infine semplici da capire, un file formato testo scritto e soprattutto formattato nel modo più veloce possibile e insieme la chiave per la sua trasformazione istantanea in documento Html, Pdf, Word, qualsiasi cosa.
            
              
            
          
        
        
        
          
          
          
            Qualche foto scattata di fretta durante 
la mia giornata a 
Learning Technology 2020.


Dal punto di vista Apple, una tendenza già latente negli anni scorsi, adesso assolutamente esplosa, è iMac come macchina da fiera: per mostrare demo, filmati promozionali, interfacce e sistemi per la produzione di contenuto.


            
              
            
          
        
        
        
          
          
          
            L’adiacenza del centro congressi 
ExCel all’aeroporto 
London City mi permette di partecipare a 
Learning Technologies con un viaggio in giornata.
Ci fosse qualcuno in zona, un caffè salterebbe fuori graditissimo.
Sono stato a Londra quasi sempre da turista più che per business e questa occasione sarà interessante per vedere i Docks ristrutturati. City airport, metropolitana leggera, infrastrutture varie, 
app di ordinanza per la manifestazione;  Brexit o meno, questa parte del mondo è Europa evoluta e si muove rapida.
            
              
            
          
        
        
        
          
          
          
            Erano gli anni novanta, Apple non se la passava benissimo, pareva che Windows avrebbe fagocitato il mondo e io spesi quelli che oggi sarebbero circa duecentocinquanta euro per abbonarmi a Mdj_, la newsletter di Matt Deatherage.
Deatherage era, è tanto competente sul lato tecnico quanto sugoso da leggere come commentatore. In quei giorni Mdj_ era come accendere la luce in casa quando improvvisamente ti accorgi che si è fatto tardi ed è già buio.
            
              
            
          
        
        
        
          
          
          
            Cory Doctorow è sempre stato provocatorio e la provocazione è un atteggiamento apprezzabile e raro in quest’epoca di pensiero obbligato e moralismo coatto.
La provocazione deve però essere centrata e credo che Doctorow abbia sbagliato a 
riproporre oggi il pezzo che dieci anni fa scrisse sull’arrivo di iPad. Per lui Ipad.
Che cosa scrisse dieci anni fa, sotto il titolo Perché non comprerò un iPad (e penso che neanche tu dovresti)?
            
              
            
          
        
        
        
          
          
          
            Sulle tasse internazionali o sulle condotte monopoliste sono state tutto sommato scaramucce. Sui dati sanitari se ne vedranno invece delle belle.
Inizia già a succedere; la più grande azienda americana nel settore 
ha preso rumorosamente posizione contro nuove regole proposte dal Ministero Usa della salute che vorrebbero facilitare la condivisione tra enti, sistemi e apparecchi dei dati sanitari degli individui.
Ci sono certo numerosi rischi; in questo momento il mondo delle reti informatiche è una giungla dove chiunque cerca di profilare ogni navigatore e per farlo accaparra tutti i dati che può, senza alcun rispetto per la privacy e per la legge. Esempio recente, la scoperta che 
le tavolette grafiche Wacom tengono traccia dei nomi delle app che apriamo.
            
              
            
          
        
        
        
          
          
          
            Ventitré anni fa Steve Jobs cominciava il suo primo giorno di lavoro in Apple dopo essere stato acquisito assieme alla sua NeXT.
Un’azienda allo sbando ne acquisiva una di sostanziale insuccesso, per quattro soldi (quattrocento milioni sono nulla rispetto, per esempio, alla acquisizione plurimiliardaria del business cellulare Nokia da parte di Microsoft), capitanata da un manager ai tempi cacciato dall’amministratore delegato che egli stesso aveva convinto personalmente a occuparsi di Apple.
            
              
            
          
        
        
        
          
          
          
            Su 
Tiobe, uno dei più seguiti indici di popolarità dei linguaggi di programmazione, si è appena assistito a uno 
storico passaggio di consegne: 
Swift è salito dal ventesimo al decimo posto in classifica mentre 
Objective-C scendeva, per coincidenza altamente simbolica, dal decimo al ventesimo.
Dopo che cinque anni Apple ha annunciato Swift come successore di Objective-C, la popolarità del secondo è immediatamente crollata (era terzo), ma il primo ha semplicemente cominciato una lenta ascesa, da molto in basso.
            
              
            
          
        
        
        
          
          
          
            Così, se fosse vero, nel 2019 si sarebbero venduti 
più di trenta milioni di watch contro meno di ventidue milioni di orologi svizzeri, nel senso letterale della definizione. Con il trend di watch in crescita del trentasei percento, e l’altro in calo del tredici percento.
Sicuramente il 
segmento di lusso non ha grossi problemi. Ma per una Swatch o una Tissot si ha l’impressione che stia per scadere, appunto, il tempo.
            
          
        
        
        
          
          
          
            Dopo tanti anni e dopo tante sciocchezze lette rispetto ai prodotti di Apple, ora tocca leggere sciocchezze riguardo alle serie TV di Apple. Segno dei tempi e immagino quanti si lamentavano per come i Mac venivano trascurati, perché Apple pensa solo a iPhone…
Non è sfuggita a John Gruber l’accoppiata New York Post più Wall Street Journal.
Secondo il primo, 
Tim Cook scriveva annotazioni sui copioni, dirette presumibilmente a registi e produttori. La più comune sarebbe stata non essere così crudo (Don’t be so mean).