Se nella televisione di una volta, al posto dell’ intervallo con le foto dei paesaggi, avessero piazzato un bel salvaschermo, nessuno avrebbe mai avuto fretta di vedere riprendere la programmazione.
Nessuno può seriamente pensare di battere XScreenSaver quanto a varietà, ma il campo dei salvaschermo è tuttora ampio e variegato. L’appassionato è invitato a considerare questa raccolta presente su GitHub, contenente diverse perle anche se non proprio tutto è totalmente originale come idea.
È passato molto tempo prima che iPad Pro si aggiornasse a iOS 13. Lascio che sia la macchina a occuparsene, visto che sa farlo, solo che vuole farlo di notte e spessissimo il mio iPad non è in carica, condizione vincolante per l’aggiornamento. Ci siamo infine arrivati e da pochissimo tempo sono su iOS 13.
Due prime impressioni generali: finalmente tutto quello spazio sullo schermo da 12"9 viene impiegato come si deve; iPadOS 13 è veramente un nuovo inizio, con tutto quello che ne consegue.
Abbiamo una risposta ufficiale agli interrogativi sull’ invio di dati della navigazione sicura da Safari al conglomerato cinese Tencent: accade solo se l’apparecchio è impostato sulla regione cinese ed è la modalità standard di funzionamento del controllo contro i siti fraudolenti.
Apple ha scritto a iMore e soprattutto su Reddit è apparso il codice che dirime la questione.
Yes, the fine print is concerning. However, one can also take a look at the code to see what is really happening (credit to saagarjha on HN for the quick disasm).
Sembra inevitabile continuare a parlare di privacy dopo le notizie non piacevoli dei pasticci di Apple con la Cina tra bandierine di Taiwan e dati sulla navigazione sicura, però stavolta è solo questione tecnica, con lieto fine.
È successo che dopo l’aggiornamento a Safari 13, vari siti non si aprivano più. Tra cui YouTube, Twitter, Unsplash. Mentre tutto il resto funzionava normalmente.
Alla fine ho capito che si trattava di cancellare i dati memorizzati da Safari relativamente ai siti in questione, nelle Preferenze, alla voce Privacy, con un clic nel pulsante per gestire appunto i dati sui siti.
Dicevo di non comprendere la scelta di Apple quando nasconde la bandiera di Taiwan a chi maneggia un iPhone a Hong Kong o Macao, senza averla realmente cancellata.
Bene (meglio) se ti schieri apertamente dalla parte della libertà, anche per trattarci non da prodotti ma da clienti con dignità e rispetto come detto di passaggio da Monaco. Male (peggio) se colludi con i cinesi. A patto che sia chiaro, appunto perché non siamo prodotti.
Ho riavviato iPad Pro. Non si collegava a un videoproiettore. L’ho spento e riacceso e si è collegato.
A parte gli aggiornamenti automatici di iOS, è la prima volta che mi tocca fare ripartire iPad Pro e lo uso da quasi un anno. Ho dovuto fermarmi un attimo a pensare a come spegnerlo, tanta era la desuetudine.
Sono situazioni come queste che fanno sentire contenti del prezzo del biglietto. È veramente una macchina straordinaria.
Sono vagamente perplesso.
A mia conoscenza, è da aprile 2018 che macOS avverte ogni volta che si apre una app a 32 bit: non è ottimizzata. Non funzionerà con le prossime versioni di macOS.
A giugno 2018, durante WWDC, è stata mostrata una slide che ha fatto il giro del mondo (Mac) e recita, certamente in inglese ma insomma,
Mojave è l’ultima versione di macOS a supportare le app a 32 bit.
Ho aggiornato BBEdit.
Ci sono decine e decine di aggiunte e modifiche ma mi bastano Pattern Playgrounds, Grep Cheat Sheet e il comando Command. E avanzano. Più supporto per l’uso delle espressioni regolari, miglior uso del programma con le mani che restano sulla tastiera; il resto, che è tanto, è già contorno. E parlo per esempio della Live Search: nel documento si evidenzia la striga cercata man mano che si digita.
Ognuno ha la propria sensibilità rispetto a dove tracciare una linea. Riconosco che la mia sensibilità è bizzarra ma me la tengo e voglio dire che nascondere la bandiera di Taiwan sugli apparecchi iOS in funzione dentro Hong Kong o Macao è un atto che veramente non mi piace.
Perché è veramente infantile, forse un tentativo di dare un contentino ai cinesi per tenerli buoni. Infatti se digiti Taiwan l’emoji viene fuori, è lì solo che non viene mostrato.
Si è già scritto delle scelte di Apple di affidare la cura di musica e notizie a esseri umani: quelli lenti che sbagliano, ma hanno la fantasia, l’improvvisazione, il colpo di genio, la capacità di prendere una direzione completamente non ovvia. L’algoritmo, il mestiere di Google, di Facebook, di Amazon, di Microsoft, di tutti, è perfetto, veloce, infinitamente personalizzabile: capisce quello che vuoi e continua a dartelo in mille salse. La prigione dell’anima.