I patiti di Apple Frames devono assolutamente scaricare la nuova versione del Comando rapido messo a punto da Federico Viticci, ma prima leggersi la storia del perchè si è reso necessario (al termine della quale troveranno il link alla versione aggiornata).
A volte un aggiornamento consiste in una banale presa d’atto di condizioni nuove presenti lato hardware o software o ambedue e c’è poco da dire. Stavolta la questione è stata interessante, perché Federico si è imbattuto in un bug non riproducibile di iOS 18: talvolta gli screenshot vengono registrati a otto bit, talvolta a sedici bit.
Che ne dici di un piccolo trattato sull’ esperienza utente dei mattoncini Lego dedicati alle interfacce?
Sto ancora leggendolo, ma è già delizioso. Per la strada è anche possibili scoprire perché i piloti di quattrocento B-17 hanno ritirato il carrello appena l’aereo ha toccato terra, con conseguenza catastrofiche; o perché Ford ha ritirato tredicimilacinquecento veicoli dopo avere constatato che i guidatori in strada spegnevano il motore quando cercavano di inserire la modalità di guida sportiva.
In qualità di consigliere di istituto, sono reduce dalla approvazione della delibera che recepisce le linee guida ministeriali in termini di educazione civica.
L’educazione civica si compone anche della branca di cittadinanza digitale, che prevede obiettivi non esattamente esaltanti come imparare a usare Office e Google Workforce. Ah, e l’intelligenza artificiale.
In pratica si mira a formare nella scuola i meri esecutori di domani, pronti per prendere ordini e obbedire in cambio di uno stipendio qualsivoglia.
Capita che la contingenza o un imprevisto spingano altrove; di norma, la mia spesa – di persona o online – gira attorno allo stesso supermercato.
Il rapporto medio tra qualità e prezzo è soddisfacente al punto che gli aggravi di tempo richiesti dalla spesa dissociata superano i vantaggi di prezzo su prodotti specifici. Lo scontrino può segnare complessivamente qualche euro in più, ma si fa prima e comunque la soddisfazione complessiva c’è.
La privacy è importante e Apple se ne fa un vanto. Purtroppo però capita che la realtà diverga dai propositi. Scrive su Mastodon Mysk:
Ogni cosa che digito nel campo di ricerca di App Store viene registrata come un evento e associata al mio Apple ID prima di essere spedita ad Apple. […] Gli eventi vengono registrati mentre digito carattere dopo carattere. […] Di ogni evento viene registrato anche il timestamp, insomma Apple può calcolare la mia velocità di digitazione.
C’era una volta After Dark e tutti quelli che c’erano quando c’era After Dark lo hanno installato. Forse tutti hanno messo almeno una volta il modulo con i tostapani volanti a massimo volume per mezzo minuto.
Molti meno quelli che giocavano a Lunatic Fringe, una specie di Asteroids più confuso e frenetico.
La conservazione di After Dark non va proprio benissimo; come consolazione, qualcuno è al lavoro per salvare Lunatic Fringe:
Piccolo sfogo personale: Shazam ha riconosciuto oltre cento miliardi di canzoni, dodici brani per ogni abitante della Terra.
Le cinque volte (sei?) che ho provato a usarlo perché cercavo con intenzione un pezzo, non mi ha mai trovato nulla.
Intendiamoci, quello che fa è miracoloso, ma per uno come me che ascolta poca musica di tendenza e tende a generi poco sulla cresta dell’onda, ho l’impressione che la copertura del dominio musicale sia incredibile al centro della nuvola e più sfilacciata mano mano che ci si avvicina ai bordi.
La cattiva della retrocompatibilità è Apple, ma ogni tanto si aprono spazi di concorrenza. L’ultimo aggiornamento di Steam, per esempio, pretende che sia installato almeno macOS 10.15 Catalina. Se si tratta di un PC, almeno Windows 10.
La conseguenza pratica più evidente è che, come scrive The Register,
questo significa che su Steam per Mac non possono più funzionare giochi a trentadue bit.
Scommetto un euro contro un bottone che troverò qualcuno a lamentarsi di come ora qualche suo gioco imprescindibile non giri più e quanto sia cattiva Apple.
Jason Snell sostiene, versione abbreviata di un lungo articolo su Six Colors, che App Store deve essere terminato e Apple deve adottare il modello software di Mac.
Il presupposto è l’apertura della piattaforma: su Mac, per quanti possano essere gli ostacoli tecnici, c’è ancora e sempre un modo per fare funzionare un programma non firmato, non notarizzato, non considerato.
Su iOS e affini, App Store è l’unico modo per fare funzionare programmi – salvo i pasticci europei ultimi scorsi – e non c’è altra strada.
Qualunque nostalgico della programmazione eroica si sdilinquisce al pensiero di Fortran. Ma ragazzi, abbiamo avuto anche Forth. Il linguaggio che metteva i fati che servivano nello stack uno sopra l’altro e poi li recuperava a partire d quello in cima alla pila. Il linguaggio che ci ha insegnato a distinguere Lifo (Last In, First Out) da Fifo (First In, First Out).
Il linguaggio attorno a cui, nell’epoca d’oro dei microcomputer, era stato progettato Oric-1.