C’è una discreta
attenzione su App Clips e però nessuno, a mia conoscenza, ricorda che la funzione
era presente nel Mac OS X di molte edizioni fa.
Su Mac prometteva ma era poco utile. Su iOS potrebbe invece esserlo molto. Non si butta via niente.
Ore dopo il keynote mi accorgo che sì, il cambio di piattaforma è storico, gli annunci sono tutti all’altezza e che però a interessare è altro.
A nessuno è sfuggita l’ambientazione del keynote. Il mondo si adattava a rinunciare temporaneamente agli spazi fisici ed ecco l’accento forte su Apple Park, il sottolineare la propria impronta dall’alto, il luogo dove tutto accade, persino il laboratorio segreto arredato per l’attività di ingegneri e progettisti.
Dopo avere giocato per anni a World of Warcraft, me ne sono allontanato quando il gioco iniziava a trascurare i casual player come me. Capaci magari di stare una notte sul gioco e vedere sorgere il sole su un sentiero battuto dagli elfi, meno inclini all’alta specializzazione del personaggio e a partecipare a raid fortemente organizzati.
Molto più di questo, comunque, è stato la perdita del gusto dell’esplorazione, della comunità, del senso delle distanze. Trovarsi in un punto di ritrovo per capire con chi scendere in un sotterraneo, spostarsi per un quarto d’ora vero fino a raggiungere un luogo, nuotare con pazienza in acque pericolose per esplorare un continente proibito. Procedure veloci, interfacce, teletrasporti hanno nel tempo aggiunto l’istantaneità al mondo virtuale. Che dunque ha smesso di essere un mondo, per diventare un parco a tema. Lo dico in modo assolutamente rispettoso e positivi nei confronti di tutti quelli che preferiscono così e vogliono quel tipo di fruizione, semplicemente diverso dal mio. In un’altra configurazione di vita e lavoro avrei potuto tranquillamente unirmi al gruppo dei supergiocatori.
È stato scritto moltissimo sulla
diatriba tra 37signals e Apple, riguardante il servizio di email Hey e la sua eventuale app. Hey costa 99 dollari l’anno, Apple rifiuta la app perché non si comporterebbe secondo le regole e 37signals non ha intenzione di accettare scenari nei quali cede ad Apple parte degli incassi che registrasse la app stessa.
La querelle ha portato alla luce ampia
insoddisfazione da parte degli sviluppatori per come Apple manda avanti App Store. Da una parte, regolare in modo netto e inequivocabile ogni tipo di distribuzione di software è impossibile; dall’altra è evidente che Apple non tratta tutte le software house allo stesso modo e certi grandi nomi o grandi app hanno ricevuto un trattamento di favore. Sembra anche chiaro che la struttura di App Store sia inadeguata per come il mercato del software è cambiato negli ultimi dieci anni.
Tanti si aspettano da Wwdc un XCode capace di compilare su processori Arm e/o una sua versione per iPad.
Jason Snell su Six Colors si lascia andare a una fantasia sfrenata, bellissima: un
Developer Mode per iPad.
È che scriverne tre giorni prima non è anticipare, è andare veloci come rocce metamorfiche. Se veramente Apple presentasse una funzione simile, avrebbe cominciato a lavorarci un anno fa e magari anche prima.
Non sarebbe quindi una idea geniale, solo un rendersi conto di cose che altri avevano già concepito da tempo.
Si sa che bastano i like su Facebook per profilare all’impossibile. Sembra incredibile ma sono in grado di ricavare una quantità ancora superiore di informazione sull’autore di un documento che ricevo, in base alla cura della tipografia.
Basta la tipografia, non c’è neanche bisogno di arrivare all’impaginazione.
Purtroppo non sono andato lontano dopo avere preso
l’Amuleto di Yendor. Però sono arrivato a prenderlo e non era mai successo prima.
Non avevo capito che il dover riportare l’Amuleto alla superficie costringe a ripensare totalmente tattica e stile di gioco rispetto a come si arriva a prenderlo.
Tanto di cappello allo sviluppatore. Più gioco a Brogue e più rimango quasi sconcertato dalla sottigliezza complessiva del gioco.
A parte le possibilità infinite di navigare arbitrariamente dentro gli oramai consunti insiemi di Mandelbrot e Julia, ho scoperto
Generative Tree Fractal Explorer che è gratis su App Store.
Primogenita, che disegna appassionatamente, ha notato una vecchia t-shirt del papà a tema frattale e ha chiesto informazioni. Esplorare Mandelbrot richiede troppa pazienza e comprensione della materia per essere veramente apprezzato; questa soluzione certamente non è la migliore possibile in senso assoluto, ma mi ha sorpreso molto positivamente.
Sarà che si avvicina Wwdc; di fatto mi ritrovo a guardare con gusto a cose che da tempo trascuravo o rifuggivo.
Per esempio, sono diventato via via restio a installare aggeggi che affollino la barra dei menu su Mac. Solo che
BitBar è troppo semplice e ingegnoso per non provarlo.
Il principio è semplice: BitBar può mostrare a partire dalla barra dei menu l’effetto di qualsiasi script in funzione su Mac.
Insegnare è una cosa difficile. Insegnare online è diabolicamente difficile. Perché il diavolo si nasconde dove ben sappiamo.
Per questo, gli insegnanti bravi si fanno domande su tutto. Ogni aspetto è degno di riflessione e suscettibile di miglioramento. L’ottimo è nemico del bene ovviamente e alla fine una lezione bisogna averla, anche se non c’è stato tutto il tempo che si sarebbe voluto eccetera. Nel contempo, è incredibile come pochi dettagli messi a posto finiscano per fare una grande differenza.