Tutti adesso parlano di 2021. Io penso che sarà un anno – informaticamente parlando – da ignorare o quasi.
Lato hardware, arriveranno altri Mac con processori Arm dopo M1. Ma lo sappiamo già.
Lato software, arriverà il
controllo dei tracciamenti pubblicitari da parte dell’utilizzatore. Anche questo lo sappiamo già. MacRumors segnala che nelle beta del prossimo aggiornamento di iOS
inizia ad apparire la finestra di dialogo più rivoluzionaria di questo secolo.

È molto probabile che la famiglia allargata si ritroverà oggi almeno per qualche momento grazie a
Jitsi e, considerato l’anno quasi trascorso, questo ne fa la mia app dell’anno a mani basse. Libera, liberante.
Natale è normalmente un momento ideale per giochi in rete locale, fisica o telematica, ma non quest’anno. Di giochi multiplayer ne ho suggeriti a tonnellate negli scorsi anni, Natale o non Natale; quest’anno trovo abbastanza controcorrente suggerire un gioco da tavolo… da giocare via rete. Boardgame Arena
ne ha numerosi. Se è gioco di ruolo, naturalmente, battere
Roll20 è impegnativo.
Un amico che mi suggerisce di guardare l’
America’s Cup, spettacolo straordinario.
Dal sito capisco che in Italia si può guardare da Rai e Sky.
Entro su Raiplay dove mi chiedono la registrazione. Scelgo l’Apple Sign-On.
Neanche a dirlo, quando devo accedere, Raiplay non si ricorda la password impostata automaticamente.
Faccio Recupera password. Inserisco i dati e mi ritrovo con la schermata seguente.

La schermata di recupero password ha problemi a recuperare la password.
Leggo dalle
pagine wiki di Battle for Wesnoth:
I fondi per l’infrastruttura, la grafica e il sonoro sono forniti da Wesnoth, Inc., azienda statunitense che amministra il fatturato generato dalla versione ufficiale del gioco su App Store.
Questo App Store da osteggiare perché chiuso, proprietario e inerentemente malvagio, contribuisce alla qualità e alla crescita di un gran bel
progetto open source. Forse è il caso di essere meno rigidi nella tassonomia dei buoni e dei cattivi, delle anime belle e dei cinici.
A me risulta che sia una cosa nuova o almeno recente: la pagina con
tutte le Expert Preferences di BBEdit.
Sono parametri di configurazione assenti dall’interfaccia grafica, che sagomano il comportamento di BBEdit in situazioni specifiche secondo il volere dell’utilizzatore.
Esempio qualunque: in certi linguaggi di programmazione, per esempio Swift, è uso nominare le variabili secondo lo schema cosiddetto Camel Case: si comincia con una parola in minuscolo e si aggiungono parole con l’iniziale maiuscola, senza spazi, trattini, underscore o altro.
Il mondo digitale potrebbe offrire tipografia infinitamente migliore di quella dei migliori libri cartacei e questo da quasi quarant’anni, quando un uomo insoddisfatto delle prove di stampa del suo libro mise da parte il libro e scrisse un sistema di composizione tipografica, uno di manipolazione di font, uno di rappresentazione grafica indipendente dai pixel fisici… anni e anni prima di Pdf, di PostScript, di tutto.
Oggi potremmo avere un Web, per tacere di tutto il resto, scintillante di tipografia di eccellenza. Invece i browser sono un regno di bruttura tipografica inaudita.
Una
lunga conversazione di Horace Dediu sul tema di se e come Apple sia disruptive.
Per niente noiosa come direbbe il titolo e invece ben descrittiva della diversità di Apple:
Apple ha svolto un lavoro incredibile nel fare progredire il computing personale e mobile. Hanno portato alcuni dei migliori prodotti al mondo a miliardi di consumatori soddisfatti. Sono entrati metodicamente in nuovi mercati e affrontato concorrenza ricca, consolidata e orgogliosa. Lo hanno fatto intanto che guadagnavano quota di mercato, miglioravano i prodotti e aumentavano i margini.
…e non hanno alcun rispetto per lo status quo.
Hanno pensato di unire formato Raw e fotografia computazionale. Ne sta venendo fuori qualcosa di speciale, come testimonia l’articolo su Pixel Envy
di cui ho appena accennato ma anche e soprattutto una
lectio magistralis da parte di chi produce
Halide. La fotografia professionale è destinata a cambiare non poco e tra non molto.
Hanno pensato di farsi i processori in proprio, come non è mai accaduto in cinquant’anni di informatica individuale.
Stavo intitolando il post Un cortone animato, con il pretesto di questo
minifilm da sette minuti che mi ha segnalato
@attca (mille grazie).
La cosa grossa (per quello, cortone) è che si tratta di
computergrafica realizzata da una sola persona, con un iPhone X e materiali di repertorio reperibili con spesa modica sullo store del motore grafico Unreal.
L’intera produzione è costata pochi soldi e quindici giorni di lavoro all’autore, che gli ha dedicato alcuni fine settimana.
È qualche giorno che cerco di capire il vero valore del lavoro di
Augmented. L’idea del futuro del testo è affascinante eppure non riesco a convincermi del tutto.
In sostanza, hanno creato un word processor in grado di produrre Pdf ricercabili e manipolabili come non ho visto fare a nessun altro, in termini di ricerca e modifiche.
Author, il word processor, facilita al massimo il lavoro sulle bibliografie e le citazioni, espande e nasconde sezioni di testo; Reader, il lettore Pdf, realizza la magia per chi consulta il lavoro realizzato. Interessante anche di per sé è Liquid, una barra di ricerca che promette di velocizzare enormemente l’attività di ricerca delle fonti, traduzione di termini, recupero di etimologie eccetera.