Matt Birchler
commenta un anno di abbonamento al servizio di posta
Hey e osserva qualcosa di interessante rispetto all’obbligo di usare la app propria del servizio:
[Niente app indipendenti, sei matto?] Può essere, ma in questo caso ritengo sia una questione di limite che diventa una forma di libertà. Quando usavo Gmail e Outlook come fondamento della mia infrastruttura di posta, avevo la mia scelta della app. Apple Mail, Spark, Outlook, Gmail, Airmail, Edison, Blue, Newton, Spike, Polymail… […] Spark veniva aggiornata e la usavo. Poi Outlook faceva qualcosa di nuovo e tornavo lì. Poi però aveva un bug e allora mi mettevo su Apple Mail, fino a quando mi annoiavo e tornavo a Spark e il cerchio si chiudeva per cominciare daccapo.
The Verge pubblica un articolo dedicato ai
retroappassionati di Zune radunati su Reddit e riporta questo passaggio:
Microsoft ha trascorso gli anni Duemila qualche passo dietro Apple. L’azienda rivale era perennemente un po’ più avanti, elegante e raffinata rispetto all’endemica squadratura di casa Gates. Zune veniva spesso considerato l’esempio supremo di questa subalternità. Il prodotto era del tutto funzionale, certo, ma per ragioni che resta difficile descrivere – le decorazioni da videogame, il trackpad surdimensionato, l’ingombro sconcertante – era anche un milione di volte meno chic di iPod. (Lo stesso imperscrutabile problema contraddistingue Bing, Cortana, lo sfortunato Windows Phone eccetera). [Traduzione migliorata con il contributo di carolus]
Perché usare brutto software imbruttisce.
Dopo anni e anni di logoramento, finalmente Adobe
ha staccato la spina a Flash. Hanno cominciato a farlo cinque anni dopo che Steve Jobs aveva pubblicato i suoi
Thoughts on Flash e ci hanno messo altri cinque anni. La malapianta aveva messo radici fin troppo diffuse e ramificate.
Ora finalmente Flash, a parte la doverosa
conservazione museale, è morto.
Invece no.
A me verrebbe da non crederci e non conosco il
cinese, ma non capisco il perché dovrebbe essere scritta una fake news a questo proposito e così prendo per buona la versione inglese di questo articolo di AppleDaily secondo il quale
una rete ferroviaria cinese veniva controllata da un sistema scritto in Flash.
Che la Liguria abbia grande potenziale turistico certo lo si sapeva anche prima di oggi.
Senza offesa per nessuno, tuttavia, è relativamente da poco tempo che si fa una promozione pubblicitaria capace di lasciare un segno comunicativo. Varrebbe anche per altre regioni.
Quest’estate sarebbe stupendo avere tempo e possibilità di passare dei giorni di vacanza in libertà e parlo di quella dello spirito, prima ancora delle mascherine o delle condizioni economiche.
Dentro Big Sur (forse anche in precedenza, non so), nella sezione di Mission Control dentro le Preferenze di Sistema si trova una casella per richiedere il riordinamento automatico degli spazi di scrivania a seconda di come procede l’uso del computer. Uso diversi spazi di scrivania dedicati a clienti, hobby, giochi e sono abituatissimo a distribuire pagine web e documenti in questo o quello spazio. In breve ho identificato i miei spazi preferiti, che hanno assunto posizioni mnemoniche. Ho provato a spuntare la casella e Mac ha cominciato a mischiarle a capriccio. A un certo punto non capivo più niente e mi stavo quasi preoccupando, prima di rendermi conto. La peggiore preferenza di sistema di cui abbia memoria.
C’è stato il tempo in cui andavo regolarmente in giro per lavoro con un PowerBook 100 nello zaino e due batterie, una installata e una di ricambio. La volta che dimenticai il portatile alla fermata dell’autobus lo recuperai grazie a una striscia di nastro adesivo presente sulla batteria di ricambio, che serviva a distinguerla dall’altra, e di cui riportai l’esistenza alla gentile ma diffidente signora che lo aveva ritrovato.
Più avanti, capitava di abbassare la luminosità del monitor per strappare qualche minuto in più di autonomia. Il disco rigido veniva fermato appena possibile, per i momenti in cui il computer poteva lavorare senza dovervi accedere. In caso di emergenza imparavi a scommettere sulla quantità di lavoro che conveniva produrre senza salvare, per prolungare il tempo a disposizione, e però a salvare davvero prima che l’autonomia terminasse.
Mi scuso per non avere ancora i commenti in ordine. Non è una cosa facile per le mie capacità, ma ci tengo e infatti tutto il resto, che sarebbe più facile, è dietro nella lista delle priorità.
Coleslaw contiene di suo gli agganci per usare
Disqus oppure
isso. Il primo, da utente, lo detesto e non voglio infliggerlo ad altri, anche se mi risolverebbe tutti i problemi con un nome utente e una password. Oltretutto non mi piacciono
cose che leggo in giro a suo riguardo. Il secondo dovrei installarlo da qualche parte per poi innestarlo sul blog. Nessun problema tecnico sull’installazione, che è banale persino per me; però poi divento un portatore sano di dati altrui e non è il mio mestiere.
Giusto ieri parlavo del mio
tour tra Pages e WordPress per arrivare ad avere del testo Html editabile in BBEdit. Oggi è arrivato MacMomo a spiegarmi una cosa semplice, elegante, potente.
§§§
Penso che una soluzione semplice sia usare il comando da Terminale textutil, che permette di elaborare i vari formati di testo.
L’idea è questa:
- selezioni e copi il testo dal file di Pages (ma potrebbe anche essere Word o TextEdit);
- esegui questo comando da Terminale:
pbpaste | textutil -stdin -convert html -stdout | pbcopy;
- incolli l’HTML ottenuto dove ti pare.
Il comando in pratica incolla il testo copiato e lo passa direttamente a textutil che lo converte in HTML e lo ri-copia negli appunti.
Procedo con l’esperienza in Big Sur, che per il momento trovo neutra. Qualcosa forse era meglio prima, qualcosa forse è meglio adesso, almeno rispetto alle parti evidenti del sistema.
Sotto il cofano invece… uno dei lavori che svolgo prevede la pubblicazione di articoli su WordPress. Capita, anche nel 2021, che arrivi un file Pages (quantomeno Pages e non Word, già qualcosa) con tutta una serie di formattazioni interne e anche le foto.
Visto su Twitter, solo che non riesco più a trovarlo. In compenso, ricordarlo è semplicissimo: i Mac M1 sono i migliori fatti da Apple finora. E sono i peggiori Mac M1 che vedremo.
Se appena appena le aspettative saranno corrisposte, le prossime generazioni di Mac potrebbero veramente restare nella storia per avere cambiato con decisione le regole del gioco.