Nella mia bolla sociale sono esplosi i commenti sull’opportunità di vaccinarsi o meno, suppongo a valle delle polemiche sulla necessità di certificazione e relativo green pass a partire dai primi di agosto.
Scopro le mie carte subito, così chi vorrà prendersela con me lo farà per questo e non per quanto dirò dopo: sono giustappunto reduce dalla seconda dose. Se in generale condivido l’idea del green pass, comunque l’Italia lo trasformerà all’italiana in un papocchio indegno e questo andrebbe evitato, perché ci costerà molto e sarà sommamente inutile.
I veri intenditori hanno notato, come riporta Huffington Post,
la citazione di varie colonne sonore di videogiochi durante la sfilata di apertura dei Giochi di Tokyo. Una proprio
in corrispondenza dell’ingresso dell’Italia nello stadio.
Contemporaneamente, giravo le bancarelle sul lungomare del paesino. Purtroppo non sono riuscito – per ora – a documentarlo; mentre stavo per scattare una foto ho ricevuto un’occhiataccia e ho evitato problemi. Ho visto una montagna di confezioni evidentemente made in China: dentro, uno scatolotto grande come due Mac mini impilati, collegato a un piccolo controller con i pulsanti tipici di un apparecchio per console di videogiochi.
In visita ad amici che lavorano per promuovere su AirBnB
una bella casa sulle colline umbre (a un quarto d’ora da Terni, a mezz’ora dalle Marmore eccetera), ho seguito fedelmente le indicazioni di Mappe. Quando però, negli ultimi cinquanta metri, ho visto il segnale per Colle Giacone, l’ho seguito ignorando il navigatore. Che, a dargli retta, mi avrebbe portato, bontà sua, sulla sommità del Colle Giacone, il colle che condivide il toponimo con il paese. Una cima dove arrivare in macchina, perlomeno con un’auto ordinaria, è proprio impossibile.
Nel secolo scorso, Mac OS 8.5 ha introdotto le
icone proxy del documento dentro la barra del titolo della finestra.
Si poteva prendere l’icona proxy e trascinarla in una posizione diversa nel sistema, a patto che il documento fosse salvato. In presenza di modifiche ancora da salvare, l’icona appariva in stato disabilitato e trascinarla era impossibile.
Design impeccabile e deliziosamente semplice. Non ti piaceva? Pazienza.
Oggi, Big Sur mostra l’icona proxy solamente se ci passa sopra con il puntatore (un mouseover). Secondo diversi commentatori, John Gruber tra gli altri,
è una scelta di design meno impeccabile della precedente.
Studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli e ti formi come designer, ma devi anche passare un esame di Web Design, perché il design del XXI secolo è anche questo.
Fortunatamente hai un docente geniale e capace che sa metterti a confronto con Html, Css e JavaScript.
Perché non mostrare a tutti il lavoro fatto, nella veste grafica pensata da ciascuno? Così nasce
Programmatori per caso.
Ci sono lavori molto belli. Alcune cose richiedono magari Chrome o Firefox, altre sono magari pesantine, ma sono ragazzi che studiano e fanno ricerca. I loro peccati veniali di gioventù sono niente a confronto di certi web designer del mondo professionale, che evangelicamente filtrano il moscerino e fano inghiottire il cammello al cliente.
Lo sanno anche i terminali stupidi, che è uscito
BBEdit 14. Lo sa chiunque al mondo che lo acquisto istantaneamente appena finito questo post (scritto con BBEdit, va da sé).
Non tutti sanno perché dovrebbero mettere da parte le riluttanze e almeno provare la versione trial (che a termine trial resta gratis in forma di eccellente editor di testo, privo delle funzioni utili al coding), se proprio non si ha il buonsenso di effettuare direttamente un investimento in ottimo software
Mac-assed.
Ovviamente per amore della buona tipografia, dello scripting e della padronanza dei mezzi di pubblicazione. Mica per fare gli snob con il testo capovolto sperando che almeno uno nella cerchia dei conoscenti risponda ma come hai fatto?.
Da questo punto di vista, John D. Cook è una garanzia e per mostrare
come usare il grassetto e il corsivo su Twitter (o dovunque si possa incollare testo) usa
emacs, moduli di
Perl e altri esoterismi di gran classe.
Capisci quando la stagione balneare è veramente decollata nel momento in cui la banda disponibile sulla connessione telefonica atterra. E comincia a scavare.
Il canarino nella miniera, nel mio caso, sono le situazioni collaborative con audio e video; a inizio giugno era come stare sulla Adsl, a inizio luglio mi toccava uscire sul balcone per avere il video e adesso si fa fatica ad avere l’audio.
Dipende da dove ci si trova e da mille altre faccende, ovviamente. Non si può neanche biasimare la gente perché guarda la partita su iPhone mentre cerchi di svolgere la tua riunione oppure twitta, condivide, selfizza, posta, pubblica, filma, instagramma, tiktokka e facebookka per mostrare il fritto misto o i sempreverdi piedi in fondo alle gambe poggiate sulla sabbia, sulla branda, sulla sdraio. Sono per la Net neutrality ed è giusto che sia spazio sulla rete per tutti i comportamenti, anche quelli che non sono produttivi secondo qualcun altro. Siamo tutti gli altri di qualcuno.
Cominciamo a prepararci al meglio per la prossima stagione. Partecipiamo al Kickstarter di Stephen Hackett di 512 Pixels, che lancia il
calendario 2022 dello hardware Apple.
Il calendario nasce dalla sua ampia raccolta di vecchi computer e apparecchiature varie marchiate Apple; per ogni mese ci sono tutti i riferimenti a date di uscita, di annuncio, di ritiro, corredati da belle foto.
Mancano ancora due settimane al completamento della raccolta fondi, che ha già abbondantemente superato la copertura minima richiesta. Il calendario, dice Hackett, è digitalmente già pronto e deve solo essere stampato, per chi lo volesse su carta. E sarà spedito a novembre, in tempo per entrare nell’anno nuovo già muniti del necessario.
Mi scuso per insistere, solo che passato il primo clamore – quello che fa comodo alla propaganda, perché la maggioranza si ferma lì – inizia ad alzarsi il sipario sopra la faccenda dei risultati Invalsi e la loro attribuzione di comodo alla didattica remota.
Si prenda l’eccellente articolo di Elisabetta Tola su La valigia blu,
Non è “il tonfo della DaD”. I dati Invalsi dicono (molto) altro:
Da giorni impazzano titoli e interpretazioni sui dati Invalsi, usciti giovedì mattina. Peccato che titolisti, giornalisti e anche parecchi politici dimostrino, ancora una volta, di non saper leggere con la giusta attenzione i report e le tabelle pubblicate dall’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, e, soprattutto, di non conoscere il concetto di correlazione e di rapporto causa-effetto.