Nel teorizzare il mio
curricolo di skill digitali per il primo e il secondo ciclo della scuola primaria sono partito come un rullo compressore a
parlare di ipertesto, solo che prima occorre qualche generalizzazione riguardante il software.
Più avanti spiegherò anche perché è opportuno lavorare, specie inizialmente, in assenza di software, a patto che il software arrivi, in quanto esiste una differenza tra fondamenta e anacronismi.
Però ora illustro le caratteristiche generali che dovrebbe avere idealmente il software nella scuola:
È finita da poco la migliore sessione dell’anno su
Roll20, il pomeriggio è andato giocando con le figlie (anche
su Apple TV), ho fornito
Amadine alla moglie che a gran voce reclamava un vettoriale che costi poco ma con cui lavorare in modo interessante come si fa con
Pixelmator Pro per il bitmap e un grillo lungo quattro dita passeggia sullo schermo del Mac che è l’unica fonte di luce in casa.
Dovrei cominciare adesso a preparare il post di oggi, ma decido unilateralmente che mi prendo una vacanza anticipata. Sii paziente.
Devo dare conto dell’arrivo in casa di una
Apple TV 4K da 64 gigabyte.
Un acquisto del tutto esagerato dato che non abbiamo un televisore 4K né contiamo di averlo a breve, non abbiamo un impianto audio collegato al televisore e non siamo patiti di serie televisive. Però la Apple TV precedente è durata molti, molti anni e non so come si troverà a operare questa nel futuro.
Esteriormente i cambiamenti riguardano l’altezza (rispetto allo scatolino nero che avevamo, il nuovo scatolino ha la stessa superficie ma è alto quasi il doppio) e le porte di collegamento; la Apple TV precedente ne aveva una pletora, qui o è Hdmi o è Ethernet. Avevo irrazionalmente il timore che una Apple TV 4K facesse questioni per vedersi collegata a un televisore obsoleto e mi è passato. Nessun problema.
Scrivo in risposta a Claudio, molto gentile nel dirmi che a suo parere insegnare l’Html ai bambini è troppo e troppo presto.
Può certamente darsi che sia troppo presto. Mi figuro studenti che arrivano alla terza media capaci di strimpellare Html come farebbero con uno strumento se avessero trovato un buon insegnante di musica, non dei webmaster. In terza elementare l’obiettivo è chiaramente molto più limitato.
Ma posso dire che in prima elementare ci sono tanti esercizi per leggere e scrivere correttamente in italiano. Si imparano le maiuscole e le minuscole, le accentate, le pronunce, i tempi verbali. Si passa dallo stampatello maiuscolo allo stampatello minuscolo, intanto che si prepara il terreno al corsivo.
Il primo punto all’ordine del giorno per realizzare un
curricolo informatico per la scuola primaria è quello ipertestuale.
Pensiamoci bene: quanto di quello che scrive un bambino di nove anni per la scuola ha forma ipertestuale? Probabilmente niente, o poco. Quanto sarà ipertestuale ciò che scriverà nella sua vita al termine della scuola dell’obbligo? Moltissimo. Userà computer da scrivania, da tasca, a tavoletta, a muro, nei vestiti, forse anche nel corpo. Userà un sacco di ipertesto. Anche senza saperlo; condividerà infiniti testi, foto, video e che cos’è una condivisione, se non l’invio o la ricezione di un ipertesto?
Non intendo perdere di vista la questione del
curricolo informatico per la scuola primaria, solo che sui social è partito il tritacarne relativo alla prossima
protezione allargata dei bambini che arriva su macOS, iOS, iPadOS, iCloud.
A scanso di equivoci, ribadisco la mia posizione primaria: ad Apple dovrebbe importare zero di che contenuti tiene la gente sui propri apparecchi.
Secondariamente, il tema è scivoloso, ambiguo, rischioso, delicato, per molti versi inesplorato soprattutto tecnicamente, controverso, polarizzante eccetera.
Sono passati dieci anni da quando parlai di iPad e uso della tecnologia per l’apprendimento ai docenti di un istituto tecnico piuttosto grosso in provincia di Trento.
Erano anni eroici. Avevo un iPad di prima generazione, inadatto a tenere una presentazione in modo adeguato. Chiesi in prestito ad Apple Italia un iPad di seconda generazione, uscito da poco, e andai con quello.
Fu una bella giornata, difficile e stimolante. Difficile per trovarsi di fronte insegnanti innamorati di lavagne e gessetti, stimolante per tutto quello che si faceva nella scuola e l’attenzione che comunque ricevetti. Non sai mai quanto effettivamente delle tue parole rimane veramente quando parli alle persone e quella volta ebbi una delle mie maggiori soddisfazioni lavorative di sempre.
Nelle prossime due settimane credo che darò spazio a un’urgenza personale. Settembre è infatti vicino. Settembre 2022.
Da qui a un anno la figlia più grande inizierà il triennio che completa il primo ciclo di scuola primaria. E, se nessuno fa qualcosa, comincerà ad affrontare l’informatica a scuola; le insegneranno… a usare Office.
Devo fare qualcosa anche a costo di buttare via del tempo e voglio abbozzare un curricolo di studi tecnologici alternativo, che si basi sugli standard e sugli skill prima che sulle applicazioni, sia trasversalmente applicabile a tutte le materie e che insegni ai ragazzi qualcosa di interessante, utile e accessibile per la loro età.
Ho iniziato a leggere tutta la documentazione tecnica legata all’annuncio della
protezione allargata dei bambini annunciata da Apple. Una faticaccia, ma voglio capire molto bene ogni piega dell’annuncio.
Al momento capisco che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili per tutelare la privacy. Molti dei commenti in merito all’annuncio sono inesatti quando non inventati di sana pianta: umani di Apple intervengono (e possono intervenire) solo e unicamente in casi di gravità clamorosa, che eccedono una soglia di tolleranza sotto la quale tutto resta invisibile come è giusto che sia. Il lavoro di identificazione dei contenuti pericolosi per i bambini viene svolto in locale da software di apprendimento meccanizzato. Il confronto con il materiale fotografico presente su iCloud – la funzione agisce solo se è attivo il servizio iCloud Photos – avviene attraverso hash che oscurano totalmente la sostanza del materiale. Eccetera.
Il cavo
Pantone 3 in 1 è proprio una bella idea.
Da una parte è USB 2/3. Dall’altra è nativamente MicroUSB e così carica un sacco di aggeggi come dischi, luci da lettura, ventilatori da scrivania, accessori a non finire.
Sul connettore MicroUSB si può attaccare un convertitore che lo trasforma in Lightning. Così si caricano innumerevoli iPhone, per esempio. Il convertitore è attaccato al cavo principale tramite un filo di plastica, così è sempre a disposizione. Quando esco e devo portarmi un cavo da ricarica, questa è davvero una buona soluzione.