Sempre sulla falsariga della chiusura voluta da quei cattivoni di Apple, da qualche tempo Jason Eckert lavora a Asahi Linux per il suo Mac mini M1 e a inizio mese ha
relazionato sugli sviluppi. Molto in breve, il suo commento è:
Incredibilmente veloce.
Eckert sostiene che Linux si sia evoluto più rapidamente di macOS negli ultimi anni; nella sua esperienza, le app girano a velocità eccezionale e l’ingombro di Ram nel sistema è minore di quello di macOS.
Apple ha operato una scelta talmente altera, chiusa e fuori dalla comunità, con la sua ultima architettura di elaborazione, che OpenBSD 7.1 annuncia come novità principale il
supporto migliorato e pronto per l’uso ordinario dei Mac con Apple Silicon.
OpenBSD 7.1 è certamente un sistema operativo di nicchia, il che non va scambiato per qualcosa di meno sul piano della qualità o della opportunità di utilizzo. È un sistema il cui focus principale è da sempre la sicurezza, per cui il supporto di Apple Silicon va ben oltre avere il software che ci gira senza crash.
Posso solo dichiararmi completamente d’accordo con questa
chiosa di Matt Birchler sulla utilizzabilità di iPad e sulla sua convenienza come piattaforma:
Ripeterò fino alla nausea che iPad è speciale proprio perché si rivolge a un insieme diversificato di persone e requisiti. È manna dal cielo per chi lavora sul campo. È straordinario in campo medico e nella vendita al dettaglio o, come ama puntualizzare Apple, in cabina di pilotaggio. È eccezionale per chi scrive, chi fotografa e per chi lavora in generale sull’informazione, specialmente in movimento. È ottimo per persone con richieste di accessibilità che Mac ha difficoltà a soddisfare.
Leggo con interesse (non materiale) che
DaVinci Resolve 18 ha il playback trenta volte più veloce su M1 Ultra. Disturbarsi a scrivere e compilare codice su misura per il computer che deve eseguirlo porta frutti buoni per tutti.
Ed è disturbarsi, è avere spirito di comunità, è sapersi comportare assieme agli altri.
I maleducati, gli sciatti, gli arruffoni, propongono framework e piattaforme con la promessa che scrivi una volta sola e va bene per tutto, va bene per tutti.
È un momento di compleanni ma anche di attualità. Panic Software
ha appena compiuto venticinque anni di vita che vanno festeggiati, perché sono bravi, seri e capaci di non prendersi sul serio.
Avevo terminato il servizio militare e dovevo iniziare a decidere che cosa fare da grande. Ero un uomo di lettere, che durante i pomeriggi inutili in caserma aveva ritrovato una passione per le scienze, grazie a un commilitone assai più pigro di me, ma laureando in fisica, insieme al quale dissezionammo certe proprietà del
cubo di Rubik (se hai risolto il cubo tranne due facce, puoi risolverlo tutto senza toccare la parte risolta e ruotando solo le due facce ancora in disordine?).
Il modo migliore per celebrare l’uscita di scena definitiva di Mac OS X Server è probabilmente questo
tweet di Steve Troughton-Smith.
Il solo fatto di poter leggere una lista di oltre cento modelli Lenovo che all’altroieri, e tuttora in mancanza di aggiornamento firmware,
sono a rischio di venire infettati da malware potenzialmente ineliminabile, fa rivalutare il movimento no vax.
Cervelli all’ammasso, che però se non altro credono in un qualche complotto fantascientifico, invece che di risparmiare.
Contare qualcosa. Essere professionisti affermati è rilevante, se sei nei primi mille. Se sei nel primo milione, sì, sei un bravissimo professionista, però sai com’è. Corollario: tira più un paragrafo di Jason Snell che una petizione di un milione di account iCloud. Sembra antipatico, ma è semplicemente una constatazione numerica.
Lavorare per sé, ma anche per la piattaforma. Lamentarsi è a fondo perso. Spiegare in modo preciso come le cose siano migliorabili può ricevere attenzione. Protestare è vuoto. Professarsi acquirenti da trent’anni non dà diritto a punti fedeltà.
Continuo a trovare deliziosa l’iniziativa di Automation April e ricordo che Fderico Viticci ha pubblicato su MacStories
un secondo giro di Comandi rapidi, che fa seguito al
primo.
L’aspetto che mi piace rimarcare oggi è la diversità dell’approccio da quello, tipico, stile al mio sistema operativo preferito manca questo e quest’altro, uffa che si legge il più delle volte.
Pensare in un altro modo, che cosa posso aggiungere a quello che già ho? è infinitamente più potente e immagino anche appagante.