Una guida rapida alla decisione elettorale in occasione delle prossime Politiche.
Una premessa: in tutte le votazioni esiste una percentuale di voti cosiddetti di protesta, espressi sotto forma di schede bianche o nulle.
Chi avesse mai vissuto l’esperienza dello scrutinio in qualche seggio consistente, saprà che uno degli sport preferiti consiste nel riuscire ad assegnare comunque una bianca o una nulla al proprio partito, mediante cavilli, pretesti, interpretazioni tendenziose e forzature. Se voto di protesta ha da essere, sconsiglio con forza di esprimerlo via scheda bianca o nulla.
All’inizio di quest’anno non ho fatto propositi particolari, al contrario di
altre volte.
Quest’estate, però, sono riuscito a smettere di leggere Facebook.
Smettere di leggere Facebook è un’altra cosa che uscire da Facebook, qualcosa che mi è impossibile, per lavoro, e indesiderabile nella vita: i social, nessuno escluso, hanno una valenza importante per quanto riguarda i contatti personali e il contenuto informativo.
Continuo pertanto a entrare in Facebook e a seguire affetti, conoscenze e competenze; ricevo regolarmente messaggi in Messenger e reagisco a sollecitazioni opportune.
Aveva ragione Steve Jobs. Mac è un pick-up, iPad un’utilitaria, iPhone un Segway, watch un pogo stick.
Scritto alla fine di un lungo viaggio, ritrovando Mac ma anche la sua posizione nel suo ambiente canonico. Dopo tanti giorni in camper (iPad), siamo tornati a casa (Mac). L’estate prosegue; ci aspetta ancora qualche breve spostamento, che probabilmente compiremo in tenda (iPhone).
watch? Certamente porteremo anche una giacca impermeabile, non si sa mai.
È l’interazione che consuma energia. Cammino e ascolto musica, watch registra passi, iPhone eroga brani; io cammino e basta e alla fine la batteria consumata è irrisoria.
Non mi faccio preoccupazioni etiche sul consumo di energia necessario per produrre i miei dati; mi interrogo però su quali dati potrebbero interessare anche ad altri e quali solo a me.
Da quando uso
Tailscale aborro il desktop remoto. Ssh e terminale tutta la vita.
Semplicemente delizioso lo scandalo Mobile Fidelity (MoFi): casa produttrice di edizioni discografiche di altissima qualità in vinile, che ha sempre vantato un processo produttivo interamente analogico,
da vent’anni applica un passaggio in digitale. Mai dicniarato. (Da domani, comunque, comunicato stampa, massima trasparenza).
La spiegazione sta nel classico adagio follow the money: nel dichiarare una produzione cento percento analogica si potevano giustificare edizioni limitate da vendere a prezzi molto alti, con il motivo di preservare la qualità del master.
Non è più fatto a forma di cuneo, ma ogni altra cosa che ha reso grande MacBook Air in passato è ancora qui: prestazioni allineate ai bisogni di quasi tutti, autonomia impressionante e un design pensato per chi voglia portarsi la macchina ovunque. In sé, MacBook Air M2 è uno dei migliori Mac mai fatti da Apple.
Nondimeno, è il compleanno della sorella, ma è lei a poter giocare con iPad Pro. Ha lanciato
Toca Life World e ha cominciato a produrre un quantitativo ingente, diciamo decine e molte di esse, di scatole regalo. Poi le ha nascoste in tutti i contenitori e ripostigli dello scenario: armadietti, montacarichi, credenze, scatoloni, ovunque.
Invece di essere fuori tempo massimo come pare, l’articolo è una base formidabile per confrontare lo ieri con l’oggi di tanti temi relativi all’evoluzione di Internet, del web, dei mercati tecnologici, delle piattaforme digitali e altro ancora.
Non ci sono più previsioni azzeccate o letture sbagliate, piuttosto un campionamento della situazione a qualche mese fa confrontabile con l’evoluzione odierna. C’è davvero da capire molto e difficilmente si arriverà in fondo alla lista senza avere trovato appigli denti di attenzione.
Deve essere una bella festa ed è quindi giusto che ci sia un bel podcast. Dopo
la prima prova, per la quale vale sempre la fortuna del principiante, arriva il secondo tentativo da parte del sottoscritto di guastare la puntata di
A2 prodotta da
Filippo e
Roberto per discettare delle novità presenti in
macOS Ventura e nelle altre prossime uscite di sistemi operativi di Apple.
La fortuna del principiante, al tentativo numero due, non vale più ed è successo di tutto tra blackout, connessioni sul filo della disconnessione, improvvisazioni e arte dell’intrattenimento applicata.
A
domande, rispondo. Con ringraziamenti a paolofasy,
Fëarandil e macmomo che hanno fornito considerazioni sensate di contesto, calando il tema dell’indicatore di carica della batteria nel complesso dell’intero sistema operativo e dell’intera piattaforma.
Ora torniamo a restringere l’osservazione per rispondere alle domande poste: perché la soluzione Apple è la migliore di quelle proposte e come potrebbe ulteriormente migliorare.
Presupposto importante: l’indicazione numerica dentro l’icona della batteria è opzionale. Si dà per scontato che chi la vuole sia in grado di leggerla e che preferisca un feedback digitale a quello pseudoanalogico dell’icona più o meno piena. Che sia appropriato o meno in generale mostrare un numero, non ci interessa più a questo punto. Lo vogliamo e vogliamo che funzioni al meglio. Corollario al presupposto: l’indicatore numerico è percentuale, va da zero a cento, perché questo è un dato estremamente familiare a chiunque. Anche se avesse più senso pratico mostrare, che so, numeri da uno a diciannove, li troveremmo disorientanti. Se c’è un indicatore numerico di progressione, è percentuale, per forza.