Poste Italiane, che fornisce la mia casella di posta elettronica certificata, mi ha spedito un messaggio che, secondo il server di posta elettronica certificata di Poste Italiane, non può essere certificato perché il mittente non è certificato.
Non è un phishing.
Più ci penso e più temo di entrare in una spirale capace di disintegrarmi dentro una singolarità finale.
Non sono in grado per ora di dire alcunché di utile su
iOS 16; lo sto usando da pochissimo e non ho ancora approfondito i punti che mi interessano.
Peraltro, oggi ho aperto per caso i Contatti e mi sono trovato l’avviso della presenza di duecento duplicati.
Con un tocco, ho chiesto che fossero consolidate le rispettive schede; un solo contatto dai due duplicati, senza perdere informazioni. Un altro tocco ed era tutto finito.
I paradossi della vita. Hai davanti un team di poco più che ventenni, laureandi, laureande, con una formazione non banale, emancipati, consapevoli, impegnati, avanti di chilometri rispetto ai loro coetanei impegnati per discoteche e apericena.
Ti aspetti gente curiosa e affamata e folle un po’ in stile Steve Jobs, con l’attitudine all’esplorazione, al tuffo nell’ignoto, alla scommessa, alla ribellione più o meno anarchica che sia dentro o fuori dal sistema. Invece stanno fermi, non ci provano nemmeno.
Adam Engst di TidBits non arriva dal niente per fare il TikToker, ma ha una reputazione pluridecennale di copertura del mondo Apple e ha pubblicato letteralmente di libri, manuali, guide, materiali promozionali e quant’altro.
Avendo conoscenze tecniche, è arrivato nel tempo a usare i suoi strumenti in modo ottimizzato per risparmiare tempo e fatica, invece di limitarsi all’uso superficiale delle sole funzioni immediatamente visibili. I suoi strumenti sono stati per molti, molti anni, Creative Cloud di Adobe. Oggi
scrive:
Non ho tempo. Posso solo segnalare la pagina di Slashdot dedicata ai
calendari dell’avvento 2022 a tema programmazione.
Da
Advent of Code in avanti, comunque, me li guardo, tutti. Sperando di riuscire a programmare almeno un po’ nel tempo di Natale.
Di software capace di scuotere le certezze e proporre nuovi modi di utilizzo, veramente nuovi, ne contiamo quante sono le eclissi di sole totali. Ed è una delle cose di cui più lamentarsi in campo tecnologico: lo hardware, con i processori e gli schermi che ci sono, consente praticamente qualunque cosa. Eppure continuano a vedersi schemi già consolidati che si ripetono, senza creatività, senza innovazione.
Mi è successo diverse volte con il Terminale. Ho visto passare più di un sostituto potenziale. Alla fine però si trattava di un Terminale come quello di partenza, magari un po’ colorato, con qualche funzione marginale in più, niente di cui occuparsi seriamente a meno di essere un professionista di Unix. Non ancora.
Si parla molto di software capace di generare un testo a richiesta dopo averne letti centinaia di milioni, oppure di generare una immagine a richiesta dopo averne viste altrettante.
Il problema è chiamarla intelligenza artificiale. Sono incappato in
un tweet che spiega la situazione molto bene e invecchierà allo stesso modo, molto bene.
Ecco che il servizio di messaggio di emergenza via satellite adottato da Apple ha portato al
soccorso di un uomo rimasto a piedi in Alaska. Per giunta a una latitudine dove la funzione
rischia di non trovare satelliti disponibili.
Non c’è prova che il viaggiatore in difficoltà tra Noorvik e Kotzebue non se la sarebbe cavata anche senza iPhone 14. Certamente ha rischiato meno e ha ricevuto aiuto prima. Sembra abbastanza da chiudere il caso ed essere contenti di questo sviluppo di iOS.
Il tempo speso a supplire alla mancanza di automazione di una attività è un ordine di grandezza superiore al tempo necessario per realizzare L’automazione.
La sofferenza per la mancanza di automazione aumenta con progressione geometrica a partire dalla prima percezione della mancanza.
Un amico tiene giustamente come trofeo un maglione lavorato a mano che riprende l’interfaccia grafica del Finder e non c’è niente da dire; ma adesso è arrivata la
sciarpa fatta con una Rom di Macintosh IIsi e non ce n’è veramente più per nessuno.
Sono stati scomodati GitHub, Archive.org e qualche tipo di macchina per cucire domestica (hackerata) oppure industriale, nonché ImageMagick per un passaggio grafico essenziale.
Sarà tutto l’insieme a tenere caldo, o solo i bit accesi? E se non tiene caldo abbastanza, svolgerla e riavvolgerla funzionerà?