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Dal mondo Apple all'universo digitale, in visualizzazione rapida dell'ovvio

15 lug 2013

Bugie, grandi bugie e zombi

La BBC fu un bastione della libertà. Poi divenne sinonimo di informazione imparziale e obiettiva. Oggi è un carrozzone statale alla deriva deontologica.

Almeno rispetto all’informatica, che continua a essere trattata con criteri alieni al resto del mondo osservabile e abitabile. E così, all’indomani del quinto anniversario di App Store, il negozio online più affollato del mondo, la Beeb afferma che lo sarebbe sì, ma di zombi, per come la mettono quelli di Adeven:

579.001 app su un totale di 888.856 app nel nostro database sono zombi […] app che non compaiono mai nelle migliaia di classifiche pubblicate da Apple e monitorate su base quotidiana.

BBC mette questa affermazione a confronto con quanto dichiarato da Tim Cook, amministratore delegato di Apple, durante il discorso di apertura del convegno mondiale dei programmatori, per cui il 90 percento delle app viene scaricato almeno una volta al mese. E lo fa senza neanche accorgersi che non c’è contraddizione, come spiegano ad Adeven:

[Le app zombi] possono venire scaricate comunque un paio di volte al giorno – magari anche cento – ma non fanno abbastanza per convincere un programmatore a scommetterci sopra o trarne motivazione per supportarle.

È proprio così? Se una app non appare in una qualche classifica è come se non esistesse? PCMag ha pubblicato l’opinione di Sascha Segan, che fa lo sviluppatore e ha titolato Io sono uno zombi di App Store, dichiarandosi anche felice di esserlo:

La mia guida di viaggio per il Mobile World Congress 2013 di Barcellona [disponibile solo sull’App Store americano] è stata scaricata solo qualche migliaio di volte, in parte perché non mi sono premurato di promuoverla sul posto. Ma la gente è venuta a dirmi di persona quanto l’aveva trovata utile e la app ha raggiunto il nostro obiettivo come primo tentativo di realizzare una app dedicata a un evento.

Continua Segan:

Sono anche celiaco e sul mio iPhone tengo una manciata di app che aiutano a mangiare cibi privi di glutine. I celiaci sono una piccola minoranza della popolazione e così non mi aspetto che queste app possano diventare campioni di vendite. Tuttavia sono salvavita – spesso alla lettera – per i pochi che soffrono di questa condizione.

E ne ha ancora:

L’isoletta dove vado in vacanza ha un quotidiano locale, pubblicato online come app. Non viene scaricato molte volte, ma è un modo davvero comodo di leggere le notizie del posto.

Tre esempi, non uno, da chi lavora nel campo e chiarisce come stiano le cose:

Il successo di App Store richiede entrambe le metà dell’operazione: l’insieme relativamente ridotto di app di cassetta e la coda lunga che soddisfa ciascuna nicchia. Ecco che cosa lo studio sulle app zombi non ha colto e gli altri negozi più piccoli faticano ad avere.

Neppure BBC lo ha capito. E Adeven? La storia degli zombi l’hanno tirata fuori un anno fa. Nel frattempo continuano a svolgere il loro lavoro di venditori di strumenti di monitoraggio dell’andamento delle app.

Traduco: quelli che si propongono a chi produce app raccontano che tante app hanno bisogno dei loro strumenti. Ma che caso.

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